“La mozione che voleva di fatto vietare la macellazione Halal e Kasher in Lombardia è stata sonoramente bocciata dal Consiglio Regionale” afferma soddisfatto Daniele Nahum, vicepresidente della Comunità con delega ai rapporti con la cittadinanza. Ma che cosa c’è dietro ad un risultato che ha visto gli ebrei di Milano scendere in campo per difendere i propri diritti e quelli della comunità musulmana?
Il presidente della Comunità ebraica Roberto Jarach, la sera del 17 ottobre, era stato informato che l’indomani in Consiglio Regionale sarebbe stata messa ai voti una mozione presentata dal gruppo consiliare della Lega Nord, volta a imporre limitazioni incompatibili con le regole delle macellazioni rituali ebraica e musulmana. Anche il Rabbino capo, rav Alfonso Arbib, riceveva nelle stesse ore la comunicazione. “Il presidente mi ha dato l’incarico di occuparmi della vicenda e così, dopo aver parlato con rav Arbib, ho preso contatti con l’ufficio stampa della Lega Nord”, continua Nahum. “Ho parlato con il primo firmatario della mozione, Claudio Bottari, che era l’unico che potesse ritirarla perché era già stata discussa in commissione. Si è dimostrato molto cortese e disponibile ad ascoltare le nostre ragioni. Il mio scopo era quello di far ritirare la mozione e renderci disponibili ad un confronto per approfondire la questione”.
D’altronde la shechità, essendo un diritto sancito dall’Intesa tra Ucei e lo Stato, è legata ad una legge nazionale. Ma un voto contrario alla macellazione rituale ebraica in Lombardia avrebbe costituito un precedente grave, anche perché nazioni come l’Olanda e la Norvegia hanno adottato legislazioni “proibizioniste” che potrebbero un giorno essere “copiate” anche in Italia.
“Chi è stato invece completamente ostile e rigido nel non voler sentire ragioni e ritirare la mozione, chiaramente di stampo islamofobo e razzista, è stato il capogruppo della Lega Nord, Stefano Galli”, racconta Daniele Nahum. “Non ha mostrato alcuna sensibilità verso le nostre tradizioni e in generale per il rispetto delle identità minoritarie. Il suo atteggiamento era improntato allo slogan ‘padroni in casa propria’ caro alla Lega, come se noi non fossimo italiani”. La motivazione ufficiale è stata quella di voler controllare i macelli non a norma di legge, o che sfuggono alle ispezioni sanitarie. “Ma anche quando ho spiegato che i nostri sono completamente controllati, non ha voluto sentire ragioni”.
Allora il vicepresidente Nahum ha mandato un comunicato stampa che è stato ripreso dai giornali e in occasione di un’intervista a Repubblica c’è stato un faccia a faccia con Galli. Nel frattempo è partito un lavoro di contatti, spiegazioni, richieste di appoggio a tutto campo, che ha tagliato fuori la Lega. “Ho parlato con esponenti del PDL, del PD e dell’UDC. In particolare Pippo Civati, consigliere regionale del Partito Democratico, ha amplificato la nostra voce”. Insomma, è arrivato il sostegno di tutti i gruppi in Consiglio Regionale e così, “quando la mozione è stata messa ai voti, la Lega Nord si è trovata completamente sola”, sottolinea Nahum. Una sonora bocciatura che è stata poi occasione di scontro tra PDL e Lega Nord. I leghisti non hanno gradito la dissociazione degli alleati e hanno minacciato di “fare da soli” alle prossime elezioni.
“È una vittoria, che ha visto la Comunità ebraica lottare per i propri diritti e per quelli dei musulmani che vivono nella nostra Regione. Come minoranza che da secoli è integrata nella società italiana, dobbiamo farci portavoce anche di quelle minoranze che hanno invece una storia di immigrazione recente, e così è stato in questa occasione”, dice ancora Daniele Nahum. “Ora vogliamo fissare a breve un incontro con l’assessore regionale alla Sanità, Bresciani, per chiarire i termini tecnici, rituali e culturali della questione, per evitare che possa riproporsi un analogo tentativo di vietare la shechità”.