“Il vostro destino è il nostro destino, la vostra sicurezza è la nostra sicurezza, insieme costruiremo un mondo migliore”. Con queste parole Matteo Renzi ha terminato, il 22 luglio, il discorso alla Knesset, il Parlamento israeliano, nel suo secondo giorno di visita in Israele. Un discorso molto intenso, con cui il primo ministro italiano si è guadagnato la standing ovation dei deputati in aula e quasi un minuto di applausi, e nel quale ha voluto manifestare l’amicizia e il legame tra l’Italia e il Paese guidato da Benjamin Netanyahu.
“Chi pensa di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro – ha continuato Renzi -. Possiamo avere opinioni diverse, è accaduto e continuerà ad accadere. Ma l’Italia sarà sempre in prima linea nel forum europeo e internazionale contro ogni forma di boicottaggio sterile e stupido”. Poco prima lo stesso Netanyahu aveva affrontato lo stesso argomento, dichiarando: ‘Basta’ (in italiano) “all’antisemitismo, al boicottaggio di Israele e all’ostilità contro lo Stato ebraico”.
La prima giornata in Israele
Durante la prima giornata, Matteo Renzi si è prima recato all’Università di Tel Aviv, dove è intervenuto al convegno “Innovazione Italia-Israele: dalla conoscenza alla crescita”.
A fine incontro il presidente Renzi si è recato allo Yad Vashem e alla residenza del primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, a Gerusalemme. “Il mondo ha bisogno – dice – di paesi che vogliono investire nel futuro non è facile parlare di futuro in Israele e Italia, perché il nostro passato è enorme. Ma dobbiamo essere orgogliosi allo stesso tempo del passato e del futuro, questa è la nostra missione. Israele è il paese delle nostre radici, delle radici di tutto il mondo e anche il paese del nostro futuro. Il rapporto Israele Italia potrebbe essere un modello da seguire”.
“Nei prossimi anni il futuro per l’Italia non sarà una discussione continua sulle riforme. Il futuro dell’Italia sarà nella capacità di immaginare una nuova idea per l’Italia, l’Europa e i suoi partner. Israele è un modello: con incredibili storie di successo e sogni grandissimi dei giovani studenti che vengono qui. Questo messaggio è importante anche per l’Italia. Bisogna rafforzare questo ponte, anche se non è un momento facile”.
Arrivato alla fiamma che ricorda sei milioni di vittime nel Museo dell’olocausto di Gerusalemme, Renzi ha detto: “Abbiamo la responsabilità del ricordo e dell’impegno quotidiano, giorno dopo giorno”. “La Shoah è parte integrante della nostra identità di italiani ed europei. Abbiamo la responsabilità del ricordo e dell’impegno, giorno dopo giorno, contro l’antisemitismo, vera minaccia per la pace. Mai più! Mai più! Mai più!”, è stato il messaggio scritto dal premier Matteo Renzi nel libro del museo dell’Olocausto a Gerusalemme.
“Israele è il Paese delle nostre radici, delle radici di tutto il mondo e anche il Paese del nostro futuro”. Così Matteo Renzi a Tel Aviv parlando all’Università. Renzi ha assicurato che i legami tra Italia e Israele “sono molto forti, in particolare forte in politica estera”.
I due primi ministri si sono poi scambiati le proprie opinioni sull’accordo USA – Iran. ” L’accordo con l’Iran rappresenta una grande minaccia per Israele, l’Europa e tutto il mondo e metterà Teheran in condizione di avere a disposizione decine di armi atomiche entro 10 anni”, ha dichiarato Netanyahu. “L’Italia sostiene questo compromesso – ha ribadito Renzi -, ma ritiene che la sicurezza di Israele sia un dovere e un diritto. La sicurezza di Israele è la sicurezza dell’Europa e anche la mia: abbiamo un destino comune da condividere”.
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Di seguito il testo integrale dell’intervento di Beniamin Netanyahu alla Knesset, seguito da quello del pm italiano Matteo Renzi
“Mio amico Matteo, benvenuto in Israele, benvenuto a Gerusalemme. Tu vieni ricevuto qui come un vero amico di Israele”. Questo il saluto del primo ministro Benjamin Netanyahu dinanzi alla Knesset, il Parlamento israeliano.
“L’accordo firmato con l’Iran mette in pericolo l’intera comunità internazionale. L’Iran potrà costruire bombe nucleari in pochissimo tempo. Non solo minacciano tutti noi, ma fanno sabotaggio anche a raggiungere un accordo con i nostri vicini palestinesi: abbiamo evacuato dei territori, ma sono stati presi dagli islamisti oltranzisti. Questa pace dev’essere una vera pace.
Ai Paesi europei che criticano Israele senza verificare i fatti chiediamo il rispetto di due principi: il riconoscimento reciproco e la sicurezza di Israele. Israele è un avamposto di valori moderni e occidentali nel mondo, ci aspettiamo da voi di stare insieme, uniti di fronte alle minacce comuni. Colpire Israele finirà per colpire l’Europa. Dobbiamo combattere le argomentazioni antisemitiche menzognere. Ti voglio lodare, Matteo, per la tua posizione così ferma. Oggi stiamo portando avanti una lotta diplomatica che ha tutte le ragioni del modo e stiamo cercando di smascherare tutte le menzogne. Israele viene accusato invano: non siamo privi di errori, ma quando ci disegnano come fonte di tutto il male del mondo sappiamo che questa è una menzogna terribile che ci fa venire orribili ricordi dal recente passato. Gli ebrei sono sempre stati processati ingiustamente nella storia, ma oggi a differenza del passato abbiamo la forza di porci davanti ai nostri nemici. Basta. Basta. Diciamo a tutti basta. E diciamo a te benvenuto. Viva l’Italia. Viva Israele”.
Quindi il discorso del premier italiano Matteo Renzi: “È bello sottolineare che nella Bibbia si dice come a Gerusalemme fossero posti seggi di giudizio: venire qui alla Knesset è come fare un pellegrinaggio laico venire qui alla Knesset. Domandare pace per Gerusalemme significa domandare pace per tutti noi. Oggi chi fa politica in tutto il mondo sa che non basta domandare pace per Gerusalemme, occorre costruire la pace qui e altrove. Nessuno può fingere di non sapere che l’impegno riguarda tutti.
La storia della mia patria, l’Italia, dimostra che è così. Da ogni angolo del nostro Paese giovani e meno giovani misero a repentaglio la propria vita per garantire l’ideale della libertà.
Costruire la pace, tuttavia, non significa solo partire dalla difesa fisica. Vorrei che partissimo dalla sfida culturale che ci vede insieme. Ho scelto di onorare il vostro invito partendo dall’università di Tel Aviv. Per me l’università è il centro di ricerca, luogo di educazione, dove il capitale umano emerge in tutta la sua bellezza e fortezza. È la scelta di rendere omaggio ai luoghi dove si costruisce la relazione più profonda: l’amicizia, la collaborazione strategica. Sono rimasto impressionato e colpito dal dinamismo e dall’autorevolezza dei vostri professori. Quanta ricchezza intellettuale, quanta fame di futuro, quanta energia mentale.
Chi pensa di boicottare Israele non si rende conto di boicottare se stesso, di tradire il proprio futuro. Possiamo legittimamente avere opinioni diverse su singoli accadimenti, ma sappia la Knesset che l’Italia sarà in prima linea sempre dalla parte della collaborazione contro ogni forma di boicottaggio sterile e stupido.
Sono qui anche per riaffermare il legame che ci unisce anche nella costruzione del domani. Siamo Paesi orgogliosi del nostro passato, ci sono nella nostra storia pagine strepitose e straordinarie che hanno segnato la civiltà dell’uomo, siamo stati capaci di forgiare una cultura che ha influenzato il progresso umano. Vorrei che fossimo non solo orgogliosi del nostro passato, ma anche gelosi del nostro futuro.
Il terrorismo vuole farci morire in modo orribile, ma quando non vi riesce provava farci vivere in modo orribile, rinchiusi nelle paure senza possibilità di dialogo. Ecco perché l’università, la ricerca, la cultura sono la frontiera di questa sfida: ci aiutano a rimanere noi stessi anche di fronte alle minacce che vengono da fuori, a rimanere aperti alla vita.
Il mondo di oggi è caratterizzato da un’instabilità territoriale. Singoli attacchi con movente estremismo religioso vengono realizzati in tutto il pianeta. Le truppe italiane sono ogni giorno impegnate ovunque si renderà necessario in operazioni finalizzate a fermare la barbarie. Noi non abbiamo dubbi da che parte stare tra chi scommette sulla morte e sulla vita. Insieme a voi, agli Stati Uniti d’America, alle Nazioni Unite, alla Russia che non vogliamo vicino di casa nemico di un’Europa impaurita. Avete ricordato i terroristi che hanno attaccato il consolato italiano al Cairo, noi siamo ancora più al fianco del governo egiziano per affrontare le sfide che ci attendono, portando nel cuore le nostre ferite.
Solo un anno fa le vostre città erano sotto attacco. A Gaza distruzione e morte hanno lasciato un segno profondo. Noi pensiamo che la pace che domandiamo per Gerusalemme sarà possibile solo quando sarà compiuto il progetto due Stati per due popoli, nel rispetto e nella sicurezza di tutti. L’esistenza dello stato di Israele non è una gentile concessione della comunità internazionale dopo la shoah, Israele esiste nonostante l’olocausto. E se oggi qualcuno nel mondo prova ancora a mettere in dubbio il diritto all’esistenza di questo Stato appare chiaro che voi non avete soltanto il diritto a esistere: avete il dovere di esistere e resistere, e trasmettere ai vostri figli, ai miei figli. Noi saremo al vostro fianco, in questa sfida.
Sulla questione iraniana comprendo le vostre preoccupazioni. Insieme agli Stati Uniti noi riteniamo che questo accordo possa essere un compromesso utile a rendere più sicura la regione, ma siamo pronti a verificare giorno dopo giorno. Non sarà mai possibile alcun compromesso in ordine al futuro di Israele: la vostra sicurezza è anche la nostra sicurezza. Amici della Knesset, noi condividiamo radici e valori, ma condividiamo una cosa ancora più grande: condividiamo lo stesso destino e di questo non possiamo dimenticarci neanche per un solo istante. La pace per Gerusalemme significa la pace per il mondo intero.
Per preparare questo intervento sono andato a rileggermi passi della Genesi: Abramo viene chiamato l’ebreo perché lui, lui solo ha avuto il coraggio di raggiungere l’altra sponda. Con una scelta iniziale di solitudine è riuscito ad andare oltre. Abbiamo bisogno che i figli di Abramo fondino una pace duratura.
Concludendo il mio discorso vorrei tornassimo alla cultura e alla bellezza. C’è un simbolo, che è il simbolo di Firenze nel mondo: il David di Michelangelo. Bene, mi piace pensare a David, al simbolo che egli rappresenta per la vostra cultura che è la nostra cultura, a come da ciascuno di noi è chiamato a vivere una vita di difficoltà di sfide, ma in cui si riesca a portare in ostri valori dal passato portandoli per mano verso il futuro.
Il vostro destino è il nostro destino, la vostra sicurezza è la nostra sicurezza. Insieme costruiremo un mondo più giusto, più bello, più uguale”.