L’11 maggio a Los Angeles, il Simon Wiesenthal Center, organizzazione ebraica internazionale per i diritti umani, ha conferito una Medaglia al Valore alla storia dei “Bambini di Selvino”, i più di 800 giovani ebrei, orfani, scampati alla Shoah, che ritornarono alla vita nella ex colonia fascista di Sciesopoli, edificio costruito negli anni ’30 proprio a Selvino.
A ricevere la medaglia Yoav Amitai, Ilana e Ben Sarner, nipoti di Moshe Zeiri, il soldato della Brigata Ebraica che divenne direttore a Sciesopoli; Ben Sarner ha dichiarato che il premio “…riconosce il grande lavoro di suo nonno che, nei tre anni successivi alla fine della Seconda Guerra Mondiale, salvò, riabilitò e restituì l’umanità a oltre 800 bambini, orfani che avevano visto le loro famiglie decimate durante le atrocità della Shoah…”
Pochi giorni prima la madre di Ben, Nitza Sarner Zeiri, era a Selvino insieme ad altri 4 “Bambini” per ricordare i 75 anni dalla partenza degli ultimi orfani e dei loro istruttori da Sciesopoli Ebraica.
Infatti dal 5 al 9 maggio si sono susseguiti nel paese in provincia di Bergamo (ma non solo lì), per i circa 70 ospiti provenienti da Israele, U.S.A, Canada e nazioni europee, incontri, eventi, conferenze, concerti, proiezioni per celebrare appunto questo anniversario.
Dopo la prima visita a Sciesopoli (però dall’esterno, a cancello chiuso) e la Kabbalat Shabbat di venerdì, c’è stata sabato la visita alla Città Alta di Bergamo durante la quale è avvenuto l’emozionante incontro con il dottor Fabio Pezzoli, Direttore sanitario dell’ASST Papa Giovanni XXIII di Bergamo, che ha voluto ringraziare l’associazione “Children of Selvino” per la donazione, fatta durante il periodo dell’emergenza Covid, di più di 8 mila euro all’ospedale, testimonianza del forte ed indissolubile legame con questa parte della Lombardia.
Domenica 7 è stata la giornata più importante di questo incontro; ad inizio mattina era prevista la visita al Mu.Me.SE. il Museo Memoriale di Sciesopoli Ebraica, inaugurato, all’interno dell’edificio del Comune, nell’autunno 2019 e che pochissimi degli ospiti avevano già avuto modo di vedere; ma nella piazza c’è stata prima una sorpresa: i bambini delle scuole di Selvino hanno atteso Nitza Zeiri e gli altri 4 “Bambini” (Moshe Aran, Israel Droblas, Zvi Pelts Dotan e Michael Weisbach) per regalare le loro canzoni ed alcuni piccoli doni; è stato un momento molto commovente, sorrisi e lacrime si sono alternati sui volti di molte persone.
La visita al museo, introdotta dall’architetto Andrea Costa che l’ha progettato inseme alla collega Giovanna Latis, sembrava non terminare mai; tutti hanno voluto vedere le foto e leggere le didascalie e soprattutto i nomi incisi nelle sei steli di legno presenti al centro della sala del museo, sono i nomi di più di 600 tra bambini ed istruttori presenti a Sciesopoli in quegli anni.
Subito dopo, nella Sala Consiliare, il sindaco Diego Bertocchi e la consigliera comunale delegata a Sciesopoli Virginia Magoni, hanno consegnato ai 5 “Bambini” presenti la cittadinanza onoraria di Selvino che era stata deliberata nel gennaio 2021, mentre un’ultima pergamena incorniciata è stata consegnata a Miriam Bisk, presidente dell’associazione Children of Selvino. Quindi è stata donata al museo la bandiera del movimento giovanile di Gordonia che sventolava sul pennone di Sciesopoli. Un altro prezioso e significativo dono fatto al Museo: la traduzione in italiano delle lettere scritte da Moshe Zeiri alla moglie Yehudit dal 1943 al 1946, un’anteprima assoluta di un volume ancora inedito; un’opera realizzata dall’associazione con la collaborazione dell’archivista Bernardino Pasinelli e la traduzione di Chiara Camarda.
La giornata non poteva avere un epilogo migliore, nel pomeriggio, con il ritorno a Sciesopoli: ancora una volta si sono aperti i cancelli della colonia e ad attendere gli ospiti musica e danze con il Corpo Bandistico Musicale La Montanara di Selvino ed i ragazzi dell’Hashomer Hatzair di Milano.
Lunedì c’è stata invece l’interessante visita al Museo della Stampa di Soncino, dove venne stampata nel 1488 la prima Bibbia Ebraica completa; qui, con l’aiuto del direttore del museo Beppe Cavalli e dell’artista israeliana Yael Sonino Levi, sono state realizzate, grazie ad una lastra d’incisione appositamente preparata, alcune stampe raffiguranti la facciata di Sciesopoli.
Martedì sera era prevista la partenza della maggioranza degli ospiti per Israele ma prima di raggiungere Malpensa c’è stato il tempo per 2 momenti intensi ed emozionanti: al mattino la posa, nel Parco del Castello di Selvino (a poche centinaia di metri da Sciesopoli) di sei alberi, sei carpini, per ricordare la visita dei 5 “Bambini” ed Anna Sternfeld Pavia, membro della Comunità Ebraica di Milano, grande amica di tutti i “Bambini di Selvino”, recentemente scomparsa; nel pomeriggio la visita al Memoriale della Shoah di Milano.
Da ricordare infine, durante questi giorni, i momenti musicali regalati dalla appassionante voce di Delilah Gutman e dai suoi musicisti; la stimolante conferenza di Federica Di Padova sui campi profughi italiani per Jewish Displaced Persons; i racconti avvincenti di Orli Bach, la nipote di Yehuda Arazi, responsabile dell’Aliyah Bet in Italia dal 1945 al 1948; ed infine la commovente proiezione della rappresentazione teatrale “Una stella dall’Italia verso Israele” (alla presenza della regista Patrizia Sacchelli) che racconta la storia di Eugenia Cohen che a Pandino fu salvata dalla deportazione e che poi divenne una istruttrice a Sciesopoli, dove si sposò con il soldato della Brigata Ebraica Reuven Donat.
Per concludere non resta da dire che la Medaglia al Valore conferita dal Simon Wiesenthal Center al paese di Selvino, ora si trova al Museo Memoriale di Sciesopoli Ebraica.