di Roberto Zadik
A Roma, nella notte fra domenica e lunedi 10 dicembre, la memoria delle famiglie Di Consiglio e Di Castro, duramente colpite dalla Shoah, è stata violata con il furto di una ventina di “pietre di inciampo” trafugate da ignoti indisturbatamente a Monti, nel pieno centro della Capitale. Ovviamente la pista più seguita è quella dell’antisemitismo e la Procura ha già aperto un fascicolo per le indagini.
Strappate dal suolo stradale, le targhe erano posizionate stabilmente come ricordo eterno di quelle vittime, arrestate in quel tragico 16 ottobre 1943 con la razzia della Gestapo nel Ghetto e morte ad Auschwitz o trucidati nel massacro delle Fosse Ardeatine il 24.3.1944 dalla ferocia di personaggi come il gerarca nazista Erich Priebke come ben si vede dalla foto delle pietre pubblicata sul sito di “Repubblica”. Quelle targhe erano lì da sei anni, da quando nel 2012 Giulia Spizzichino, sopravvissuta alla Shoah le aveva commissionate.
Reazioni indignate
Subito le reazioni della politica e il sostegno istituzionale verso gli ebrei romani oltraggiati gravemente da questo crimine. Dal mondo ebraico Adachiara Zevi, presidente dell’Associazione Arte e Memoria che dal 2012 è impegnata nell’installazione di pietre d’inciampo ha condannato il gesto come “un attacco inaudito di fascismo e antisemitismo fatto da gente che non scherza”, fino a Liliana Segre che sull’Ansa ha definito il gesto come “orribilmente vigliacco”.
Condanna e biasimo anche da parte di varie istituzioni nazionali e cittadine: dalla sindaca Raggi, al presidente della Camera Fico “si tratta di un grave oltraggio antisemita” e per la presidente del Senato Maria Elisabetta Alberti Casellati da lei definito “un segnale preoccupante di nuova barbarie” fino al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti che sul sito di askanews ha definito questo gesto come “un’offesa alla memoria dei cittadini ebrei deportati nei campi di sterminiio”.
Forte indignazione e rimproverio anche dall’Anpi (Associazione nazionale partigiani italiani). In una nota il presidente dell’Anpi provinciale di Milano Roberto Cenati ha dichiarato: “L’ANPI Provinciale di Milano esprime profonda esecrazione per l’ignobile gravissima provocazione nazifascista compiuta a Roma la notte scorsa. in via Madonna dei Monti, 82, nel rione Monti. Ben 20 Pietre d’Inciampo sono state divelte dal selciato e rubate. Le Pietre d’inciampo erano state posate nel 2012 ed intitolate alle famiglie Di Consiglio e Di Castro che nella tragica giornata della razzia nel ghetto romano vennero deportate nel campo di sterminio di Auschwitz, da dove non fecero ritorno. L’ANPI Provinciale di Milano chiede che i responsabili di tale ignobile azione, avvenuta nella ricorrenza dell’ottantesimo anniversario delle leggi antiebraiche emanate dal regime fascista, siano individuati e perseguiti ai sensi delle leggi Scelba e Mancino. Esprime la propria vicinanza e solidarietà all’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, alla Comunità Ebraica di Roma e alla Comunità Ebraica di Milano”.