Roma: vignette antisemite esibite alla delegazione palestinese

Italia

di Stefania Ilaria Milani

sede-diplomatica-palestinese-roma-manifesti-antisemiti-focus-on-israelMartedì 8 luglio, Roma. Al di fuori dalla sede diplomatica palestinese in viale Guido Baccalli, nei pressi del Circo Massimo, si è tenuta una manifestazione pro-Palestina che è finita col destare l’indignazione della Comunità Ebraica della capitale.

Precisamente, durante il corteo alcuni partecipanti hanno esposto un cartello con la foto di Mohammed Abu Khdair, il sedicenne palestinese rapito e ucciso pochi giorni fa a Gerusalemme, racchiusa da due vignette antisemite e dalle scritte “Palestina libera” “Israele assassino”.  Le due caricature mostrano, senza alcun dubbio, l’una un ebreo ortodosso, con la Stella di Davide cucita sul cappello, che regge nella mano destra la menorah e con la sinistra strangola un bambino palestinese, mentre l’altra il rogo su una lampada a sette bracci di un ragazzo che tende la mano per chiedere aiuto.

A denunciare subito l’accaduto è stato un tweet diffuso da Amit Zarouk, portavoce e consigliere politico dell’ambasciata d’Israele a Roma.

Questo, invece, il comunicato ufficiale della Comunità Ebraica di Roma: «Abbiamo visto le foto dei manifesti che sono stati affissi sulla facciata del palazzo che ospita la delegazione palestinese a Roma e siamo sconcertati davanti a tanto odio non solo contro Israele ma anche antiebraicoLe immagini, le iconografie, ci trasportano indietro nel tempo fino agli anni più bui delle persecuzioni razziali, quando i regimi nazisti e fascisti utilizzavano vignette come quelle affisse oggi su un muro di Roma per denigrare gli ebrei e discriminarli. Sono le stesse immagini che vengono utilizzate dalla propaganda palestinese contro Israele prosegue – L’ultima volta che abbiamo visto alzarsi tanto l’asticella dell’odio contro gli ebrei è stato nel 1982, poco prima dell’attentato del 9 ottobre. Stiamo ora valutando con i nostri avvocati di sporgere denuncia contro ignoti, questo clima non ci piace e non può essere tollerato.»