Il tema letterario allesame di Maturità verteva questanno sullXI Canto del Paradiso e sulla figura di S. Francesco, certo nobile e rappresentativa, ma che sicuramente non fa parte del nostro DNA o perlomeno non certo di quello dei nostri ragazzi che affrontano lesame.
Dante non è certo taref per noi: ad esempio anni fa, era il 1957, venne data come tema una citazione dal De Sanctis che sottolineava limportanza e lumanità delle figure del Paradiso, non meno grandiose di quelle dellInferno. Dante è immenso e anche a noi offre spunti di approfondimento, ma perché obbligare quei coraggiosi che vogliono scegliere la traccia dellanalisi testuale a ri-immergersi ulteriormente in una cultura che non è la nostra, il mondo cristiano, per esaminare i rapporti di questi santi con la Chiesa o il problema dellascesi?
Questanno la lunga spiegazione della traccia e le istruzioni per come affrontare il lavoro, soprattutto lultimo punto, Interpretazione e approfondimento, chiedevano al candidato di diffondersi sullimportanza degli ordini religiosi nella storia della Chiesa, di richiamare liconografia relativa al Santo, di soffermarsi sulla diffusione del messaggio evangelico nel mondo.
Mi ha ancora una volta amareggiato vedere come di laico o di uguale per tutti ci sia ben poco anche a scuola. E come se agli studenti israeliti, e di altre religioni naturalmente, venisse tolta la possibilità di svolgere un tema letterario, invece di quattro opzioni ne avevano solo tre. E poi ci si va a immergere in futili polemiche su san Domenico, se era nel Canto XI o XII, se cera un errore o no. Oppure su quando le tracce son comparse in rete o se cerano talpe al ministero. Questo era un tema di carattere teologico. E noi? Che tristezza.