Il prossimo settembre cadrà il 70° anniversario di Sciesopoli ebraica (1945-1948), la colonia dove ben 800 bambini e adolescenti sono tornati alla vita, al gioco, allo studio, al sorriso dopo la tremenda esperienza della deportazione nei lager.
Dal 25 al 29 settembre gli ex Bambini di Selvino e i loro familiari e discendenti torneranno per festeggiare insieme alla popolazione e a chi si sta adoperando per salvare la memoria di quegli anni. Per la realizzazione di questo ritorno ogni tipo di aiuto è ben accetto da parte degli organizzatori, che nell’iniziativa vorrebbero coinvolgere anche l’OSE e il Joint, che all’epoca ebbero un ruolo importante nella vicenda. E’ inoltre in preparazione un Memoriale di Sciesopoli, così come una bella kabalat shabbat per il venerdì sera.
Un luogo di salvezza e memoria
Come spiegava a Mosaico Marco Cavallarin, impegnato in prima persona nel recupero di Sciesopoli, “fino al novembre del 1948 “Sciesopoli”, come in un contrappasso dantesco, continuò a ospitare quei bambini ebrei che in gran parte avrebbero trovato la strada verso la Palestina con l’aiuto della comunità ebraica della vicina Milano, del Comune di Milano (che era proprietario della colonia), dei militari della Jewish Brigade, della Solel Boneh, dell’Agenzia ebraica, del Joint, della Alyath Ha Noar e degli ex partigiani che avevano combattuto contro i nazisti e i fascisti. Furono circa 800 i bambini di Selvino che a Sciesopoli trovarono nuovo senso alle loro vite. E molte famiglie di ebrei erano state anche accolte nelle case dei selvinesi”.
“Sciesopoli” dopo il 1948 divenne un centro di accoglienza per bambini disagiati, vi si istituì una scuola pubblica, vi si curarono quelli ammalati. Così continuò la sua esistenza fino al 1984. Nel 1983 un gruppo di sessantasei ebrei che erano stati profughi nella “Sciesopoli” ha fatto ritorno a Selvino. Vi furono accolti dal Sindaco Vinicio Grigis, e caldi furono gli abbracci con la popolazione. A seguito di quel viaggio si stabilì il gemellaggio tra il Comune di Selvino e il kibbutz Tze’elim, nel Neghev, dove molti dei “bambini di Selvino” si sono man mano stabiliti dal 1946. Da allora sono frequenti le visite alla “Sciesopoli” degli ebrei che vogliono ripercorrere le loro tracce, o quelle dei loro genitori nella Brichadell’Alyah Beth attraverso l’Italia.
Chiunque fosse interessato ad aiutare gli organizzatori o fare donazioni contatti Marco Cavallarin, mcavallarin@gmail.com