di Ilaria Myr
“Ci rammarica segnalare che è stata trafugata la targa in metallo depositata presso l’albero della memoria, al Parco Vulcano, in occasione della visita degli ex bambini di Selvino di Sciesopoli”. È quanto ha annunciato il Comune di Selvino (BG) sulla propria pagina Facebook venerdì 4 gennaio.
“Essendo per noi un simbolo importante, a ricordo del passaggio di 800 bambini ebrei che a Selvino hanno trovato nuova vita, faremo le dovute denunce presso le forze di polizia – prosegue il post -. Chiediamo la collaborazione di tutti nell’inviarci segnalazione nel caso venisse avvistata sul territorio oltre che richiedere agli autori di questo sgradevole gesto di riposizionarla presso l’albero della memoria”.
“Sono in corso le ricerche della targa, che però non è ancora stata trovata – commenta amaro a Mosaico Marco Cavallarin, lo storico che fin da subito si è battuto per il salvataggio della colonia e oggi per la realizzazione del Museo al suo interno con il Comitato scientifico preposto -. Non ho però dubbi: si tratta di un gesto antisemita. Non è casuale che ciò sia avvenuto tre ore dopo che il comune di Selvino abbia pubblicato su Facebook l’invito a partecipare all’incontro alla Scala del 22 gennaio con Liliana Segre”.
L’Anpi provinciale di Milano: “Ignobile oltraggio antisemita”
“Esprimo, anche a nome dell’ANPI provinciale di Milano, profonda esecrazione per l’ignobile provocazione antisemita avvenuta a Selvino”. E’ quanto si legge in una nota diramata da Roberto Cenati, Presidente Anpi Provinciale di Milano, che chiede ” alle pubbliche autorità di intervenire e di denunciare i responsabili di questa ignobile azione ai sensi delle leggi Scelba e Mancino”.
Sciesopoli, luogo di salvezza
Tra il 1945 e il 1948 Sciesopoli di Selvino è stata luogo di accoglienza per 800 bambini ebrei orfani e reduci dalla Shoah e dai campi di concentramento.
Costruita nel 1927 e dedicata all’eroe del Risorgimento Amatore Antonio Sciesa, la colonia veniva utilizzata come residenza estiva per migliaia di bambini durante il fascismo.
Subito dopo la guerra, in una Milano devastata, si ricostruiva la Comunità ebraica nel cinquecentesco Palazzo Erba Odescalchi di via Unione 5 e si presentava la necessità di occuparsi dei sopravvissuti. La colonia di Piazzatorre, anch’essa utilizzata durante il fascismo, non era però sufficiente per accogliere tutti i bambini. Si decise quindi si utilizzare la colonia di Selvino: la responsabilità fu affidata al dottore Marcello Cantoni e all’amministratore Luigi Gorini, docente universitario che aveva rifiutato di aderire al giuramento al fascismo .
“Sciesopoli” dopo il 1948 divenne un centro di accoglienza per bambini disagiati, vi si istituì una scuola pubblica, vi si curarono quelli ammalati. Così continuò la sua esistenza fino al 1984. Nel 1983 un gruppo di sessantasei ebrei che erano stati profughi nella “Sciesopoli” ha fatto ritorno a Selvino. Vi furono accolti dal Sindaco Vinicio Grigis, e caldi furono gli abbracci con la popolazione. A seguito di quel viaggio si stabilì il gemellaggio tra il Comune di Selvino e il kibbutz Tze’elim, nel Neghev, dove molti dei “bambini di Selvino” si sono man mano stabiliti dal 1946. Da allora sono frequenti le visite alla “Sciesopoli” degli ebrei che vogliono ripercorrere le loro tracce, o quelle dei loro genitori nella Bricha dell’Alyah Beth attraverso l’Italia.
La rinascita come Luogo della memoria e Museo
Grazie all’impegno di Marco Cavallarin e di altre volonterose persone, la colonia dal 2012 è oggetto di un vero e proprio salvataggio dalla cancellazione dalla Storia – si voleva raderla al suolo per creare un supermercato – e di una rinascita come luogo della memoria. Nel 2014 il progetto del suo recupero è arrivato in Parlamento, mentre nel settembre del 2015, in occasione del 70° anniversario, alcuni ex bambini (i 15 rimasti in vita) che lì furono salvati si sono ritrovati in un evento con i loro discendenti: nell’occasione era stata posta la targa commemorativa. Proprio in quei giorni, inoltre, la colonia aveva ricevuto la messa a tutela dalla sovrintendenza dei beni Culturali. Nel giugno del 2016, poi, era fra i ‘Luoghi del Cuore’ del FAI da salvare.
Oggi l’obiettivo è arrivare alla conclusione del Museo di Sciesopoli, su cui sta lavorando un Comitato scientifico dedicato. “Ci mancano ancora 40.000 euro per arrivare all’intera cifra necessaria – spiega Cavallarin -: speriamo di vederlo finito entro l’estate”