di Ilaria Ester Ramazzotti
FIRENZE – Si è aperta alla sinagoga di via Farini l’ultima giornata del Festival delle Religioni conclusosi il 17 maggio a Firenze. Nella cornice del tempio ebraico e del suo giardino, di fronte a un pubblico di trecento persone, Rav Joseph Levi, rabbino capo di Firenze, l’Imam di Firenze Izzedin Elvir, il monsignore e docente Andrea Bellandi e il monaco buddista Ghesce Tenzin Tenphel, hanno dato vita al dibattito dal titolo: Oltre lo scontro, la forza della compassione, moderati dal direttore de La Nazione Pierfrancesco De Robertis. L’appuntamento interreligioso si è poi concluso con un pranzo comune negli spazi della Comunità fiorentina.
Fra gli altri eventi del Festival, che ha contato quest’anno oltre 4 mila visitatori, sessanta relatori e diciotto incontri, si è svolto il 16 maggio un dialogo fra Magdi Cristiano Allam e Paolo Mieli su tema: Isis, oltre il fanatismo, condotto dalla giornalista Claudia Fusani. “L’Isis è un’entità con cui dobbiamo fare i conti – ha detto Paolo Mieli – e di fronte alla quale dobbiamo prendere una posizione netta per poter attuare una strategia”. “Non possiamo agire in modo disordinato e confuso con politiche contraddittorie altrimenti soccomberemo – ha aggiunto . Spesso abbiamo poche idee e sbandiamo in opportunismi di breve durata”.
Magdi Cristiano Allam ha sottolineato come parlare di Stato islamico non significhi parlare di un tema lontano, ma di qualcosa che è dentro casa nostra: “La minaccia principale che incombe sull’Europa – ha dichiarato – è già in casa, parla la nostra lingua e fa proseliti tra noi. I nostri principali nemici non sono i tagliagole ma i taglia-lingua” e “presto ci troveremo in un’Europa islamizzata grazie alla bomba demografica”. Ha poi ricordato la sua storia: “Dopo l’Egitto di Nasser, un despota, c’è stata una involuzione: lo stato laico ha lasciato il passo al Corano. So che esistono musulmani moderati, io lo sono stato per più di cinquant’anni. Le religioni non sono tutte uguali, le persone sono uguali, ma cristianesimo e islam non sono la stessa cosa”. “Il terrorismo islamico – ha poi detto Allam – è figlio dell’Islam sempre più radicale”.