di Nathan Greppi
Per il 46,3%, pensano che il governo israeliano si comporti con i palestinesi come i nazisti si comportarono con gli ebrei; e tale percentuale sale al 59,7% per chi si colloca molto a sinistra e al 47,4% tra chi si colloca molto a destra (scendendo invece tra quelli di centrosinistra e centrodestra, rispettivamente al 45,5% e al 41,7%). Questo è solo uno dei risultati di un sondaggio condotto dall’Istituto Carlo Cattaneo, in merito a cosa pensano degli ebrei e di Israele gli studenti universitari del Nord Italia.
Posizioni politiche
Nello specifico, il sondaggio è stato condotto dal 29 settembre al 31 ottobre, prendendo come campione 2.579 studenti iscritti a tre atenei: l’Università di Milano Bicocca, l’Università di Padova e l’Università di Bologna. I pregiudizi che riguardano Israele al momento sono quelli più diffusi: il 30,6% degli studenti pensa che gli ebrei approfittino dello sterminio nazista per giustificare le politiche d’Israele, e il 29,6% che gli ebrei si siano trasformati da vittime ad aggressori.
In generale, sulla base dell’orientamento politico, si possono dividere i vari pregiudizi e stereotipi in due macrogruppi: nel primo, l’odio verso Israele sembra aumentare all’estrema sinistra e all’estrema destra, mentre diminuisce andando verso il centro. Nel secondo, le accuse agli ebrei di “doppia lealtà” e le teorie complottiste sono più diffuse a destra: l’idea che gli ebrei siano più fedeli a Israele che al loro paese è condivisa dal 29,8% del totale, ma sale al 48,2% tra gli elettori di destra e al 34,3% nel centrodestra, e l’idea che gli ebrei non siano italiani fino in fondo sale dal 13,8% del totale al 38,1% a destra.
Anche per le teorie complottiste si verifica una parabola simile: l’idea che gli ebrei manipolino a proprio vantaggio la finanza globale è condivisa dal 16,9% degli studenti, ma sale al 35% tra quelli di destra; allo stesso modo, sale dal 14,1% al 26,4% l’idea che gli ebrei controllino i mezzi di comunicazione.
Nel sondaggio vengono però sottolineati anche dati positivi, soprattutto per quanto riguarda il contributo intellettuale e scientifico degli ebrei alla società: l’81% pensa che la scienza moderna non sarebbe quella che è senza il contributo degli scienziati ebrei, e il 62,6% che la cultura occidentale sia debitrice nei confronti della cultura ebraica.
Infine, emerge una correlazione tra un voto basso alla maturità e un leggero aumento del pregiudizio antisemita: dal 16,9%, la percentuale di chi pensa che gli ebrei tendano i fili della finanza globale aumenta al 20% tra coloro che hanno preso un voto che va da 60 a 79 alla maturità, mentre scende al 15,8% tra chi ha preso da 80 a 89 e al 14,4% tra chi ha preso da 90 a 100.
Cambiamenti dal 7 ottobre
Il sondaggio analizza inoltre come siano cambiate queste posizioni nel corso del mese di ottobre: se prima del 7 ottobre quelli convinti che il governo israeliano si comportassero come i nazisti erano il 42%, nel periodo dal 17 al 31 ottobre erano saliti al 50%. Mentre quelli che dicono che gli ebrei siano passati da vittime ad aggressori, nello stesso arco di tempo sono passati dal 27,3% al 32,9%.
Come riportano i ricercatori che hanno scritto i risultati del sondaggio, è “l’affermazione che paragona il comportamento di Israele a quello della Germania nazista a mostrarsi maggiormente sensibile agli eventi e alla loro sequenza. La quota di chi concorda con questa similitudine cresce nei giorni immediatamente successivi alla strage terroristica, molto prima della risposta del governo israeliano. È una reazione a quell’evento, non agli eventi successivi”.
Se per Israele l’ostilità è aumentata, nel caso dei pregiudizi complottisti e dell’antisemitismo puro la realtà si fa più sfumata: quelli convinti che gli ebrei muovano la finanza globale erano il 20,3% prima del 7 ottobre, ma sono scesi al 13% dall’8 al 16 ottobre, per poi risalire al 16,3% nelle due settimane successive.