di Paolo Castellano
La tragedia del Mottarone – avvenuta il 23 maggio 2021 e costata la vita a 14 persone tra le quali la famiglia israeliana Biran-Peled – ha guadagnato ampio spazio tra le notizie dei media italiani. Tuttavia, dopo i primi giorni, l’attenzione si è concentrata solo sull’affidamento del piccolo Eitan, unico sopravvissuto al crollo della cabina n. 3 della funivia del Mottarone.
Il “caso” giornalistico, purtroppo, è scaduto nel peggiore sensazionalismo, in cui il fatto che siano coinvolti degli ebrei e Israele ha “colorito” la tragedia di pregiudizi e morbosità. Sono sparite dai media nazionali, invece, le notizie sulle indagini e sulle responsabilità di chi, manomettendo l’impianto, ha causato la strage.
Ma come stanno procedendo le indagini? A circa sei mesi di distanza dalla tragedia, sono stati revocati i domiciliari al capo servizio della funivia del Mottarone, Gabriele Tadini, l’unico arrestato lo scorso 29 maggio per aver confessato di aver manomesso i “forchettoni” che impediscono l’attivazione della funivia in caso di emergenza. A deciderlo il gip di Verbania Elena Ceriotti che ha revocato i domiciliari a Tadini per “l’imminente scadenza dei termini di custodia cautelare della fase delle indagini, ancora in atto data la complessità delle operazioni peritali in corso”.
Infatti, le indagini proseguono per comprendere le cause della caduta della cabina n. 3 della funivia. Lo scorso 8 novembre, il rottame è stato rimosso dall’area in cui era precipitato ed è stato trasferito in un campo sportivo di Gignese, un paese della provincia del Verbano-Cusio-Ossola. Da qui verrà poi portato in un capannone per effettuare ulteriori analisi. Inoltre, si sospetta che il maltempo abbia ulteriormente danneggiato la cabina e forse questo condizionerà la qualità dei rilievi peritali. Gli accertamenti sui componenti dell’oggetto inizieranno solamente nel 2022.
Nel frattempo, i legali stanno attendendo l’esito del ricorso degli altri due indagati, Luigi Nerini (proprietario della Funivia di Stresa/Mottarone) ed Enrico Perocchio (direttore di esercizio della struttura), contro la decisione del Tribunale del Riesame di Torino che da fine ottobre ha disposto i domiciliari anche per loro. Dunque, per ora, tutti gli indagati risultano in libertà. Sarà l’ennesima strage italiana senza colpevoli?