Un anno dal 7 ottobre, la cerimonia al Tempio Maggiore di Roma

Italia

di David Fiorentini
A un anno dal tragico attacco terroristico di Hamas in Israele che ha assassinato 1200 persone e ne ha rapite 250, a Roma si è svolta una solenne cerimonia per rivolgere un pensiero commosso alle famiglie delle vittime e lanciare un messaggio di speranza affinché siano liberati i 101 ostaggi ancora in mano ai terroristi a Gaza.

 In un Tempio Maggiore sotto uno straordinario regime di sicurezza, sono arrivati esponenti da tutte le Comunità ebraiche italiane, oltre a comandanti delle forze dell’ordine, diverse autorità religiose e numerose figure politiche di spicco. Su tutte il Presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che ha mostrato la sua solidarietà ai vertici dell’ebraismo italiano presenti.

 Inoltre, hanno partecipato alla commemorazione anche altri esponenti del Governo, dal ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, al ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini, al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e al ministro della Cultura Giuli, della Regione, con il Presidente Rocca, e del Comune, con il Sindaco Gualtieri.

 Un’intera folla unita dal dolore per il più brutale massacro di ebrei dalla Shoah, perpetrato sotto gli occhi inermi e scioccati di tutto il mondo, che in questa giornata mostra nuovamente la sua vicinanza all’unico baluardo di democrazia e libertà del Medio Oriente.

 Avviata con il canto liturgico “El malè rahamim” (let. Dio pieno di misericordia), tradizionalmente dedicato alle vittime di un massacro, il Rabbino capo di Roma Rav Riccardo Di Segni ha sottolineato come l’odio antisemita non isoli sola gli ebrei, ma mette in pericolo i valori democratici stessi, evidenziando il doppiopesismo di svariate organizzazioni internazionali.

Dopodiché ha preso la parola Noemi Di Segni, presidente UCEI, definendo gli eventi del 7 ottobre non come un episodio isolato, ma bensì come la manifestazione di un odio antisemita che perseguita gli ebrei da secoli.

 Mentre Victor Fadlun, presidente della Comunità ebraica di Roma, ha ringraziato il Governo e le forze dell’ordine per la sensibilità mostrata, auspicando un equilibrio rinnovato tra le Comunità ebraiche e il paese che amano e in cui desiderano riconoscersi.

 Durante la cerimonia, l’ambasciatore designato di Israele in Italia, Jonathan Peled, ha ribadito come lo Stato ebraico sia in una guerra che non ha scelto, ma che è obbligato a combattere, in uno scontro tra democrazia ed estremismo, tra moralità e barbarie. “È meglio essere controversi per le giuste ragioni, piuttosto che popolari per motivi sbagliati” ha affermato Peled citando l’ex presidente israeliano Shimon Peres sottolineando il diritto di Israele a difendersi.

Un momento particolarmente commovente è stata la testimonianza di Leron Mor, zia di Avigail Idan, una bambina di quattro anni tenuta in ostaggio per 51 giorni. Mor ha raccontato la storia dei suoi nipoti, nascosti per quattordici ore in un armadio durante l’attacco, e ha descritto il trauma subito da Avigail, che ha perso i suoi genitori uccisi dai terroristi.

 A chiusura dell’evento, si è svolta l’accensione di una candela in memoria delle vittime e degli ostaggi, seguita dall’esecuzione degli inni nazionali italiano e israeliano.

 La sera precedente, è stato organizzato un flash mob davanti al Tempio Maggiore per ricordare i 101 ostaggi ancora nelle mani di Hamas. L’iniziativa, promossa dal Forum delle Famiglie degli Ostaggi e dall’UGEI, ha rimarcato l’urgenza di mantenere alta l’attenzione della Comunità Internazionale sul tema affinché tutti i rapiti siano rilasciati immediatamente.

 

(Foto: Ansa)