Il giornalista Raffaele Genah viene indicato dal Tg1 come il responsabile futuro della sezione vaticana, colui che coordinerà e seguirà i futuri viaggi del papa, i suoi discorsi, le sue attività. Il direttore di Italia Oggi, Franco Bechis, critica la scelta in quanto Genah non è certo cattolico, visto che è di religione ebraica.
Dice il direttore del Tg1, Gianni Riotta: Si tratta di un’affermazione assai grave e viene da sperare che si tratti solo di una caduta di stile. L’idea che un cittadino italiano di religione ebraica non possa occuparsi di questo o quel tema è aberrante. Il nostro Paese ha conosciuto una stagione atroce in cui questa discriminazione era legge ed è bene perciò non permettere nessun gesto di intolleranza, non importa quanto in apparenza minuscolo.
La Comunità ebraica di Roma prende posizione; i deputati Emanuele Fiano (Pd), Fiamma Nirenstein (Pdl) e Alessandro Ruben (Pdl) si dicono indignati. Dichiara Alessandro Ruben: La valutazione professionale delle persone non può essere basata sulla loro religione: è una vergogna”.
Il direttore di Italia Oggi, di fronte al polverone sollevato, si difende: “Nessuna discriminazione”, dice Bechis, “sono ebreo, la mia famiglia ha subito le persecuzioni delle leggi razziali”. La sua sarebbe stata una pura notazione di cronaca giustificata anche se Genah fosse stato buddista, musulmano, anglicano. Resta il fatto che, nel settantesimo anniversario delle leggi razziali, è incredibile che si possa ancora sollevare una questione di questo genere.