medaglia del Premio Nobel

7 ottobre e Premi Nobel: a rischio il Premio per la Pace?

Mondo

di Pietro Baragiola
Guerra, crisi degli ostaggi e preoccupazioni per l’utilizzo bellico dell’AI: è questo il clima in cui ha luogo la settimana dei Premi Nobel il cui inizio combacia proprio con il primo anniversario dell’attacco di Hamas: il 7 ottobre.

Annunciati per la prima volta nel 1901, i Nobel hanno visto tra i loro vincitori diverse personalità che, attraverso le loro scoperte e traguardi importanti, hanno contribuito positivamente all’avanzamento di uno dei seguenti campi: fisica, chimica, medicina, letteratura, pace ed economia.

La cerimonia di quest’anno è iniziata con l’assegnazione del Nobel per la Medicina o Fisiologia agli americani Victor Ambros e Gary Rukvum per la scoperta del micro Rna, una piccola molecola che, se controllata, può rivelarsi essenziale per velocizzare la risposta dell’organismo a nuove terapie e contrastare molte delle malattie presenti al giorno d’oggi.

Di tutte le categorie in gara quest’anno è il Premio Nobel per la Pace ad essere al centro dell’attenzione, in quanto rischia di essere sospeso a causa del crescente clima di violenza internazionale.

“Guardando il mondo e vedendo così tanti conflitti, ostilità e scontri mi chiedo se non sia il caso che il Premio Nobel per la Pace venga sospeso quest’anno” ha dichiarato Dan Smith, direttore dell’Istituto Internazionale di Ricerca sulla Pace di Stoccolma, durante la sua intervista a The Times of Israel. A sostegno della sua teoria, Smith ha spiegato che la spesa militare globale sta aumentando al ritmo più veloce mai visto dalla fine della Seconda Guerra Mondiale: “sospendere il premio potrebbe attirare l’attenzione su questi dati in modo da spingere i diversi Paesi a risolvere il problema.”

In passato il Nobel per la Pace è stato sospeso ben 19 volte, anche durante le guerre mondiali. Tuttavia, alcuni studiosi come Henrik Urdal, direttore dell’Istituto di ricerca sulla pace di Oslo, sostengono che la sospensione del premio di quest’anno sarebbe un grave errore in quanto “questo riconoscimento serve a promuovere il ruolo della pace nel mondo e a spingere gli altri Paesi a cercarla costantemente.”

 

Il Premio Nobel per la Pace

Quest’anno il Premio Nobel per la Pace ha ricevuto 286 candidature di cui 197 persone e 89 organizzazioni.

Tra queste candidature sono stati nominati diversi associazioni internazionali impegnate nel mitigare la violenza in Medio Oriente, come: la EcoPeace, la Women Wage Peace e la Women of the Sun, nominate da alcuni accademici della Libera Università di Amsterdam per “il loro impegno nel cercare la pace tra israeliani e palestinesi”.

Una candidatura che ha suscitato diverse controversie è stata quella rivolta all’UNRWA (United Nations Relief and Works Agency), l’agenzia ONU per il soccorso dei profughi palestinesi. Questa organizzazione è stata nominata dal vicepresidente della commissione Affari esteri del Parlamento norvegese, Asmund Aukrust per “il sostegno dimostrato alla Palestina, che si è rivelato fondamentale per oltre 70 anni e ancor di più durante la guerra tra Israele e Hamas”.

Nonostante la sua candidatura, la UNRWA è caduta nel centro del ciclone mediatico per un presunto coinvolgimento di 12 dei suoi dipendenti nell’attacco terroristico di Hamas dello scorso 7 ottobre. Questa indagine ha portato più di una dozzina di Paesi a sospendere i propri finanziamenti all’agenzia delle Nazioni Unite.

Anche in passato ci sono state diverse candidature controverse al Premio Nobel per la Pace tra cui: Adolf Hitler, nominato per scherzo da un legislatore svedese antifascista nel 1939; Stalin, nominato nel 1945 e nel 1948; Mussolini, nominato nel 1935.

Le candidature di questa nuova edizione sono state inviate da legislatori, membri di gabinetto, ex vincitori e professori universitari entro e non oltre il 31 gennaio 2024.

Tra gli altri candidati che quest’anno si competeranno l’ambito Premio per la Pace vi sono l’ex presidente degli Stati Uniti Donald Trump, il capo della NATO Jens Stoltenberg, Papa Francesco e l’ONG Reporter Senza Frontiere (RSF).

Se non vi saranno intoppi, gli organizzatori dell’evento prevedono che il vincitore di questa categoria verrà decretato venerdì 11 ottobre dal Comitato norvegese per i Nobel a Oslo.

Il dibattito sull’AI

Un altro argomento che sta facendo parecchio discutere nell’edizione dei Premi Nobel 2024 è la presenza o meno delle scoperte dell’AI tra le diverse categorie in gara.

I critici, infatti, avvertono che l’ascesa rapida delle armi autonome è una prova schiacciante di come le nuove tecnologie potrebbero portare dolore e sofferenza ad innumerevoli persone e mettere a rischio per sempre la pace nel mondo.

Tuttavia, l’AI ha anche permesso di realizzare scoperte scientifiche molto importanti: oggi i programmi di intelligenza artificiale dell’azienda AlphaFord predicono accuratamente la struttura delle proteine e in futuro si potrebbero rivelare utili per la creazione di nuovi farmaci.

David Pendlebury, responsabile della ricerca presso l’Institute for Scientific Information di Clarivate, ha affermato a The Times of Israel di essere convinto che l’intelligenza artificiale farà sempre più parte della pletora di strumenti utilizzati dai ricercatori medici e scientifici. “Sarei davvero sorpreso se una scoperta saldamente ancorata all’AI non vincesse il Nobel nei prossimi 10 anni” ha concluso Pendlebury.