A 30 anni dall’attacco all’AMIA di Buenos Aires, il WJC lancia una convention globale per la lotta all’antisemitismo

Mondo

di David Fiorentini
La mattina del 18 luglio 1994, la comunità ebraica argentina subì un devastante attacco terroristico alla sede dell’Asociación Mutual Israelita Argentina (AMIA) in cui furono uccise 85 persone e ferite oltre 300.

 A 30 anni di distanza, il World Jewish Congress e il Congresso Ebraico Latinoamericano, in collaborazione con la Delegazione delle Organizzazioni Ebraiche Argentine, AMIA e il Governo dell’Argentina, hanno commemorato l’anniversario dell’attentato con un intenso summit globale per approfondire le strategie per la lotta all’antisemitismo.

Prima di arrivare alla tradizionale e toccante cerimonia ufficiale, si sono svolti diversi incontri di alto livello con con i coordinatori nazionali per la lotta all’antisemitismo e svariati funzionari del WJC delegati alla stessa missione.

Il primo giorno, il 16 luglio, giovani leader ebrei di WJC Elevate e di LAJC Nuevas Generaciones si sono riuniti per discutere le questioni più urgenti che riguardano le comunità ebraiche, a partire dalle sfide nei campus universitari e le possibilità di collaborazione a livello internazionale.

Il secondo giorno, tra i vari panel e workshop spiccava un incontro tra leader ebraici di 22 paesi presso il Ministero degli Affari Esteri moderato dall’inviata speciale del dipartimento di Stato degli Stati Uniti per monitorare e combattere l’antisemitismo Deborah Lipstadt. L’ambasciatrice ha presentato un insieme di linee guida e best practice fondamentali per strutturare delle politiche efficaci e immediate, soprattutto alla luce della drammatica crescita di episodi di antisemitismo in seguito agli attacchi del 7 ottobre.

 Una strategia molto competente, che ha ricevuto parole di apprezzamento persino dall’Alto Rappresentante dell’Alleanza delle Civiltà delle Nazioni Unite (UNAOC) Miguel Ángel Moratinos, il quale ha anche riconosciuto gli sforzi degli Inviati Speciali e Coordinatori per Combattere l’Antisemitismo (SECCA) che hanno collaborato alla sua stesura.

 “L’antisemitismo deve essere condannato, inequivocabilmente, ogni volta e ovunque lo si incontri. Dobbiamo ugualmente condannare tutte le altre forme di razzismo, pregiudizio e bigottismo religioso. La demonizzazione di un gruppo porterà inevitabilmente alla demonizzazione di altri gruppi. Questi atti vili sono una violazione di tutto ciò che le Nazioni Unite rappresentano”, ha dichiarato Moratinos.

Successivamente, durante la sessione plenaria in tributo alle vittime del terrorismo, si sono susseguite numerose testimonianze dei sopravvissuti all’esplosione, i quali hanno condiviso delle meravigliose storie di resilienza e speranza. Sentimenti condivisi anche dai leader politici che sono intervenuti durante la convention: dal presidente del Paraguay Santiago Peña, al presidente dell’Uruguay Luis Lacalle Pou, fino al presidente argentino Javier Milei.

La tre giorni si è poi conclusa con la canonica manifestazione di fronte alla sede dell’AMIA, con centinaia di cittadini con le foto delle 85 vittime, su cui ancora non è stata fatta veramente giustizia. Nonostante le prove di un coinvolgimento dell’Iran nella pianificazione dell’attentato, ad oggi la magistratura argentina non ha ancora individuato formalmente un colpevole, lasciando le indagini in un frustrante stallo che ogni anno riapre una ferita nel cuore di Buenos Aires.