A Beit Shemesh, nel nord di Gerusalemme Ovest, la scuola Orot Banot è famosa in questi giorni per una vicenda che sta scuotendo l’intero Israele. Frequenta quella scuola infatti la piccola Na’ama Margolese, l’involontaria protagonista e causa scatenante delle violenze fra polizia e gruppi di ultra-ortodossi che si sono verificate fra domenica e lunedì.
Na’ama ha 8 anni, è figlia di immigrati americani, e la scorsa settimana, durante una trasmissione televisiva, ha detto, piangendo, di non voler più andare a scuola, o meglio: di non voler più percorrere i 300 metri di strada che separano la sua casa dalla scuola. La ragione? Gli insulti e le offese di cui è stata fatta oggetto da un gruppo di haredim per via del suo abbigliamento giudicato “scostumato”.
Il sindaco di Beit Shemesh si è recato in visita alla famiglia Margolese portando in dono un libro di Salmi e preghiere. Nel corso dell’incontro ha detto “Dobbiamo essere fermi nella lotta contro questa folle estremismo”. “Na’ama, tu sei il simbolo della lotta, la prova che i piccoli possono vincere questa battaglia”, ha continuato, aggiungendo poi di non avere paura ad andare a scuola “perché l’intero popolo ebraico nel mondo, è dietro di te”.
Tra domenica e lunedì nel frattempo si sono verificati violenti scontri fra gruppi di ultra-ortodossi e le forze di polizia; gli haredim hanno attaccato anche due troupe televisive. Decine di haredim hanno circondato gli agenti della polizia, che per la terza volta in una settimana si erano recati nel quartiere di Nahala Vemenuha per rimuovere un cartello che prescrive alle donne di camminare su un marciapiede opposto a quello degli uomini. Gli agenti circondati, sono stati poi insultati al grido di “nazisti”.
Sulla vicenda di Na’ama e gli episodi di violenza di questi ultimi giorni, è intervenuto anche il primo Ministro Benjamin Netanayahu, che domenica ha dichiarato: “Israele è uno Stato democratico, occidentale e liberale. La sfera pubblica è aperta e sicura per tutti, uomini e donne. Non c’è spazio per persecuzioni o discriminazioni”.
Qualche settimana fa era stata Hillary Clinton ad intervenire sull’integralismo ortodosso e la discriminazione delle donne in Israele. “Sembra di stare a Teheran” aveva detto, dopo la notizia sulle direttive dei rabbini più estremisti che non tollerano il canto femminile nemmeno nelle cerimonie militari.
Intanto per questa sera, martedì 27 dicembre, più di 10.000 persone sono attese a Beit Shemesh per manifestare contro l’integralismo ultra-ortodosso. Punto di ritrovo dei manifestanti, sarà la scuola ormai famosa di Orot Banot.