di Roberto Zadik
Dopo una colossale ingiustizia, una altrettanto imponente reazione di massa distribuita in varie parti del mondo, dalla Francia, a Israele, all’Italia, agli Stati Uniti. Domenica 25 aprile si sono tenute manifestazioni di protesta contro la sconcertante sentenza di assoluzione di Kobili Traorè, che nel 2017 uccise barbaramente Sarah Halimi.
In Francia, Parigi è stata attraversata da oltre ventimila persone e altre seimila tra Bordeaux, Strasburgo e Marsiglia; dalla gente comune ai vip, unite dalla rabbia e dallo sgomento, sotto gli slogan “Giustizia per Sarah Halimi”, “Senza giustizia non c’è Repubblica”. A darne notizia vari siti, dal francese leparisien.fr a ynetnews.com che hanno raccontato dettagliatamente l’accaduto. Le proteste hanno coinvolto non solo le vie della capitale francese, ma anche altre città del Paese, da Nizza, a Marsiglia, da Strasburgo a Bordeaux anche se il sit-in più importante si è svolto nel centro di Parigi.
In Place De Trocadero, verso le 12, davanti alla Tour Eiffel, semplici cittadini, associazioni e autorità istituzionali hanno mostrato il loro coinvolgimento riguardo al “Caso Halimi” in una iniziativa organizzata, stando a quanto riportato da Le Monde, dal collettivo “Agiamo per Sarah Halimi”. Il sindaco parigino Anne Hidalgo ha annunciato che prossimamente una strada verrà dedicata a questa mite sessantacinquenne picchiata e gettata dalla finestra per la sola colpa di essere ebrea. Una vicenda sconvolgente che è stata ricordata nei vari discorsi istituzionali.
Fra le autorità politiche nazionali e cittadine Valerie Pecresse, presidente della regione Ile De France ha espresso la propria soddisfazione riguardo alla manifestazione. “Un evento – ha affermato – che ha oltrepassato le divisioni politiche per rendere giustizia alla memoria della vittima”. Cordoglio e indignazione anche da parte dell’imam del comune di Drancy Hassen Chalghoumi che ha ribadito “l’importanza dell’unità fra musulmani, ebrei e cristiani per chiedere giustizia” . Il filosofo Raphael Enthoven ha successivamente riflettuto sul caso Halimi che a suo avviso “dovrebbe diventare una questione che non riguardi solo le comunità ebraiche ma tutta la Repubblica” . Il deputato Meyer Habib ha osservato come “per la prima volta tutta la comunità nazionale si è mobilitata sul caso anche se purtroppo solamente dopo che è stata emessa la sentenza”.
Passando alla famiglia della vittima, il figlio di Sarah Halimi si è definito emozionato da questo ingente afflusso di gente “sperando – ha detto – che questo permetta che finalmente venga fatta giustizia in Francia”. Suo fratello, che vive in Israele, ha definito l’assoluzione dell’assassino “un errore giudiziario, una ingiustizia spaventosa. Non vorrei che questo si trasformasse in un nuovo Affaire Dreyfus”.
Anche il mondo dello spettacolo ebraico francese ha partecipato alle iniziative per chiedere giustizia per Sarah Halimi. L’attore e cantante Patrick Bruel e l’intrattenitore e comico di origine marocchina Gad Elmaleh, da anni una celebrità nel Paese, hanno esternato la propria indignazione riguardo al caso Halimi. Davanti alle telecamere della tv Bfm, Elmaleh ha detto “ero fiero di essere cittadino francese fino alla decisione della Corte di Cassazione”.
Manifestazioni non solo in Francia, ma anche in Israele, a Tel Aviv, e in America, a Miami e Los Angeles; anche in Italia, a Roma il 25 aprile in contemporanea con le manifestazioni internazionali; mentre il 26 aprile alle ore 15 anche a Milano davanti all’Ambasciata francese ci sarà una iniziativa organizzata dalla Nuova Udai.
Un coro di proteste davvero internazionale, scatenato dalla legge francese che depenalizza i crimini commessi sotto effetto di droghe. Riguardo a questo, il presidente Macron, lunedì scorso, in una intervista a Le Figaro, si è impegnato a cambiare la legislazione in questione, come ha promesso “il prima possibile con la collaborazione del Ministro della Giustizia Eric Dupont-Moretti”. Ha poi assicurato il proprio sostegno agli ebrei francesi e ai parenti della vittima, sottolineando “l’impegno della Repubblica a tutelarli”. Il sito di Le Monde ha descritto anche le manifestazioni di altre città francesi. A Marsiglia, secondo la prefettura e la polizia, c’erano circa duemila persone, che hanno sfilato per strada dirette verso il Palazzo di Giustizia, sventolando lo striscione “Giustizia per Sarah Halimi” in un corteo guidato da personalità politiche locali come Renate Muselier, presidente della regione della Provenza-Costa Azzurra. A Strasburgo invece circa 600 manifestanti si sono riuniti nei pressi della sinagoga della Pace; Maurice Dahan, presidente del Consistoro ebraico del Basso Reno, ha invitato la folla a indignarsi “verso questa evidente negazione della giustizia”.
Indignazione e rabbia anche a Tel Aviv, davanti all’Ambasciata francese in Israele. A questo proposito, una partecipante, Roselyne Mimouni ha detto “mi vergogno di essere francese, la Francia della mia infanzia non esiste più. Sono sconvolta che in quel Paese una donna venga assassinata solo perché ebrea”.
(Credit: laprovence.com/)