Nuove rivelazioni sul ruolo di Adolf Eichmann nello sterminio degli ebrei sono emerse in questi giorni, riportate dal quotidiano tedesco “Der Spiegel“.
Prima di essere arrestato in Argentina, Eichmann durante una conversazione con amici nazisti, rifugiati come lui in Argentina, non solo si vantò dei crimini commessi ma aggiunse che fu un errore non uccidere tutti gli ebrei, “non abbiamo fatto bene il nostro lavoro, avremmo potuto fare molto di più” si sente dire da Eichmann. Queste parole, registrate su un nastro e conservate negli archivi tedeschi, sono la vera confessione di Eichmann ed è chiaramente in contrasto con quel che Eichmann continuò a ripetere durante il processo del 1961 a Gerusalemme, e cioè che egli fu un mero esecutore degli ordini del Fuhrer.
La scoperta di questo nastro è stata fatta nel corso di un vasto lavoro di declassificazione di documenti inerenti il caso Eichmann, in atto in Germania da parte delle agenzie di intelligence. Il fatto che questo nastro fosse conservato negli archivi della Ex Germania federale, dimostra che i servizi segreti tedeschi erano al corrente della fuga di Eichmann in Argentina, del falso nome, e dei rapporti che esso intratteneva con personalità della vita pubblica e politica argentina dell’epoca. Dai documenti d’archivio si viene a sapere inoltre che nel 1954 i figli di Eichmann fecero ritorno in Germania grazie ad un visto rilasciato dall’ambasciata tedesca a Buenos Aires.
Le autorità tedesche insomma, negli anni ’50 sapevano tutto di Eichmann e della sua famiglia, ma non fecero nulla per arrestarlo. Questa è l’unica amara conclusione che traiamo oggi da questi documenti.