È stato firmato il 21 maggio a Roma, a Palazzo Chigi, un accordo tra Unicredit Private Banking e la Biblioteca statale russa di letteratura straniera per la sponsorizzazione di un progetto di ricerca volto all’individuazione del patrimonio bibliografico della Comunità Ebraica di Roma e del Collegio Rabbinico
Italiano, razziato dai nazisti nel 1943 e presumibilmente trasferito sul territorio della Federazione Russa dopo la seconda guerra mondiale.
Alla cerimonia – presieduta dal Sottosegretario alla
Presidenza del Consiglio dei Ministri, Enrico Letta – hanno partecipato l’Ambasciatore Luigi Guidobono Cavalchini Garofoli, presidente di UniCredit Private Banking, ed Ekaterina Genieva, direttrice della Biblioteca statale russa di letteratura straniera «M. I. Rudomino».
L’accordo è stato portato a compimento dopo anni d’indagini d’archivio in Germania, negli Stati Uniti, in Francia, in Ucraina e in Israele, condotte da un’apposita Commissione di esperti, presieduta da Dario Tedeschi, istituita nel 2002 presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri in seguito alle raccomandazioni della «Commissione Anselmi».
Si calcola che la Biblioteca della Comunità ebraica di Roma fosse composta da circa settemila volumi, tra cui manoscritti, incunaboli, soncinati, tra i quali alcuni pezzi unici, nonché opere stampate da Bomberg, Bragadin, Giustiniani, di inestimabile valore. La Biblioteca del Collegio Rabbinico conteneva circa diecimila volumi, in gran parte ritrovati nel deposito nazista di Hoffenbach e restituiti.
I risultati delle ricerche finora effettuate sembrano avvalorare l’ipotesi che i volumi della Biblioteca siano stati trasferiti in Russia a seguito dell’occupazione, da parte dell’esercito sovietico, dei territori tedeschi.
Il progetto di ricerca varato oggi è finalizzato appunto a verificare queste ipotesi, nella consapevolezza che il ritrovamento della Biblioteca avrebbe un grande impatto emotivo sulla Comunità ebraica italiana, ma rappresenterebbe anche un evento culturale di rara portata per tutto il Paese.