di Paolo Castellano
Sono sempre meno gli ebrei in Europa. I motivi sono molti, in primis il dilagare dell’antisemitismo che non accenna a fermarsi. Il calo è stato analizzato dal Pew Research Center, che partendo dalla ricerca storica elaborata da Sergio Della Pergola alla Hebrew University di Gerusalemme sulla popolazione ebraica europea, ha messo in luce un preoccupante calo.
Secondo la ricerca dello studioso italiano, infatti, nel 1939 sul territorio europeo vivevano 9,5 milioni di ebrei, mentre nel 2010 (dato del Pew Research Institute) la presenza è scesa a 1,4 milioni. Prima della seconda guerra mondiale, c’erano circa 16,6 milioni di ebrei in tutto il mondo, e la maggior parte di loro – 9,5 milioni, ovvero il 57% – viveva in Europa.
Dopo la fine della secondo conflitto mondiale, nel 1945, la presenza degli ebrei d’Europa si è ridotta a 3,8 milioni, scesa al 35%. Si è passati da 16,6 a 11 milioni di presenze globali a causa del genocidio attuato dal nazismo.
Il documento si focalizza anche sull’emigrazione di massa che ha coinvolto molti paesi europei come Francia e Grecia. Il caso più significativo riguarda l’ex Unione Sovietica. In quest’area negli anni ’30 vivevano più di 3,4 milioni di ebrei ma dopo il tragico evento dell’Olocausto che ha decimato la popolazione ebraica, il numero si è ridotto a 2 milioni.
Della Pergola ha stimato che ci fossero 3,4 milioni di ebrei nei territori europei dell’Unione Sovietica a partire dal 1939. In Europa orientale, è quasi scomparsa la grande comunità ebraica. Oggi, solo una piccola fetta della popolazione delle ex repubbliche sovietiche – circa 310.000 persone – è ebrea. Molti ebrei dell’est sono stati uccisi dai nazisti, e altri partiti per Israele o altrove. Di conseguenza, le stime variano, ma i dati recenti del Pew Research sono simili a quelli riportati dallo studioso, uno dei maggiori esperti mondiali sulla demografia ebraica.