di Nathan Greppi
In occasione della partita di calcio tra la squadra olandese Ajax e l’israeliana Maccabi Tel Aviv, tenutasi ad Amsterdam la sera di giovedì 7 novembre, si sono registrati violenti attacchi e aggressioni contro i tifosi israeliani da parte di manifestanti filopalestinesi.
I fatti
Secondo gli ultimi aggiornamenti di Israele senza filtri, finora almeno 10-20 israeliani sarebbero rimasti feriti, di cui cinque sono stati localizzati negli ospedali: altri sette inizialmente erano dati come dispersi, ma in secondo luogo è stato comunicato che sono stati ritrovati tutti. Per qualche ora si è pensato addirittura ci fossero degli ostaggi.
Nelle ultime ore la situazione sembra essersi calmata, e agli israeliani è stato ordinato dalle autorità olandesi di nascondersi. Un portavoce della polizia di Amsterdam ha dichiarato che sono state arrestate almeno 57 persone per le aggressioni.
I filmati che circolano sui social mostrano i tifosi israeliani venire picchiati, inseguiti da persone armate di coltelli e bastoni e veicoli che stavano per investirli. Alcuni israeliani sono stati visti saltare nei canali pur di sfuggire agli inseguitori. Un video mostra un uomo steso a terra e preso a calci, mentre urla ai suoi aggressori “Non sono ebreo”.
Secondo il quotidiano Maariv, c’è stato almeno un tentativo di rapire un israeliano e molti si sono barricati in negozi e altri edifici. L’Ambasciata israeliana nei Paesi Bassi si è mobilitata per trasferire gli israeliani in un luogo sicuro. Voci su possibili rapimenti sono circolate nelle ultime ore, ma fortunatamente si sono rivelate errate.
È emerso che esponenti dei centri sociali olandesi, coadiuvati da loro controparti giunte dalla Spagna, sarebbero stati i più violenti nel corso degli attacchi. È diventata virale l’immagine di costoro che hanno aggredito una ragazza, con coltelli e bastoni, lasciandola a terra in una pozza di sangue.
La testimonianza di un tifoso israeliano circola sui social: «Musulmani hanno organizzato gruppi di 30-40 persone che sono andati in giro a cercare gli ebrei per colpirli. Hanno colpito tutti quelli che hanno incontrato in strada, non importava se uomo o donna. Hanno cercato di entrare nel nostro albergo, in ogni albergo dove soggiornavano degli israeliani, avevano delle informazioni già da prima. Sono venuti con manganelli, cinture, colpendo e gridando `Palestina libera´. Una esperienza terribile. Fortunatamente non siamo feriti ma siamo colpiti nell’anima. Ora siamo già in aeroporto, aspettiamo di arrivare sani e salvi a casa».
La reazione delle istituzioni
Una volta informato dell’accaduto, il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha inviato due aerei di soccorso per aiutare i cittadini israeliani sul posto con l’ausilio dello squadrone Hercules dell’IDF e squadre mediche di pronto soccorso. Inoltre, sia il rabbino capo ashkenazita che il rabbino capo sefardita d’Israele hanno autorizzato la compagnia aerea El Al a volare di Shabbat per andare a fornire la propria assistenza.
Il portavoce di El-Al ha dichiarato che la compagnia opererà voli di soccorso dalla destinazione a Tel Aviv con breve preavviso. I voli saranno gratuiti, il primo decollerà da Amsterdam alle 14:00 (ora locale) e dovrebbe atterrare a Tel Aviv oggi. I posti in tutte le classi di servizio (turistica, premium e business) saranno forniti gratuitamente a tutti i passeggeri in possesso di un biglietto aereo con El Al o con un’altra compagnia aerea. È necessario registrarsi per i voli attraverso la hotline del servizio clienti al numero designato per i clienti situato ad Amsterdam, al tel. 03-9404040. Oltre al volo di soccorso, ci sono due voli diretti ad Amsterdam, che torneranno in Israele oggi, con circa 350 israeliani a bordo. Sottolineiamo che questi voli sono stati pianificati in anticipo, indipendentemente dai difficili eventi.
Non sono mancate reazioni da parte delle istituzioni: l’ufficio di Netanyahu ha comunicato di tenere in considerazione l’accaduto “con la massima gravità”, e ha invitato il governo olandese e le forze dell’ordine a intraprendere “un’azione rapida e vigorosa contro i rivoltosi”. Dall’altro lato, il Primo Ministro olandese Dick Schoof ha scritto su X/Twitter che “gli attacchi antisemiti contro gli israeliani sono del tutto inaccettabili”.
Il Ministro degli Esteri israeliano, Gideon Sa’ar, ha annunciato una visita in Olanda per incontrare la sua controparte olandese Caspar Veldkamp ed esponenti della comunità ebraica olandese, per discutere di come contrastare questo e altri episodi d’odio. Mentre il leader politico olandese Geert Wilders ha denunciato la “caccia all’ebreo per le vie di Amsterdam”.
Condanne sono dal sindaco di Amsterdam, Femke Halsema, la quale ha annunciato un’ordinanza per rafforzare la sicurezza a partire da oggi e per tutto il fine settimana, designando l’intera città come zona a rischio. Proprio la Halsema, secondo Israele senza Filtri, ha raccontato che i tassisti musulmani “hanno avuto un ruolo” nell’attacco contro gli israeliani, usando gruppi Telegram per “dare la caccia agli ebrei”.
Rimanendo nell’ambito dei social, Facebook dietro pressioni americane ha trasferito i dettagli e le conversazioni dei profili Instagram che hanno partecipato agli eventi violenti di Amsterdam ai servizi segreti israeliani e olandesi.
La responsabilità della polizia
Dalle ricostruzioni fatte in seguito, le aggressioni sarebbero state accuratamente pianificate. Diversi testimoni hanno puntato il dito anche contro la polizia, che prima dell’accaduto non ha scortato i tifosi israeliani in albergo e non li ha protetti come avrebbe dovuto, nonostante l’intelligence israeliana avesse avvisato con largo anticipo le autorità olandesi del fatto che c’erano i segnali di una manifestazione violenta.
All’inizio di ottobre, il quotidiano olandese De Telegraaf ha rivelato che un numero sempre maggiore di agenti di polizia si rifiutava di sorvegliare i luoghi ebraici per “obiezioni di coscienza”. E anche la sera della partita, la polizia era concentrata principalmente intorno allo stadio, ma non nelle altre zone dove sono stati aggrediti gli israeliani.
Seguiranno aggiornamenti.