di Ilaria Ester Ramazzotti
AMSTERDAM – “Non nel nostro giardino”. Così si sono espressi alcuni residenti del verdeggiante quartiere di Plantage ad Amsterdam, dove un progetto dell’architetto Daniel Libeskind ha disegnato, sulla carta, il primo memoriale olandese della Shoah. Un monumento in memoria dei 102 mila ebrei e dei 220 rom deportati dai Paesi Bassi va certamente realizzato ma, ribadisce un comitato di quartiere formatosi per bandirne la costruzione, meglio se da un’altra parte. Almeno un po’ più in là.
L’opera, per cui sono stati già raccolti i 6,8 milioni di dollari necessari alla realizzazione, dovrebbe sorgere nel parco Wertheim, incastonato in una elegante area della capitale olandese, zona dagli affitti alle stelle, dagli appartamenti di pregio, dai negozi raffinati ma anche vicino al Jewish Cultural Quarter che conserva le sinagoghe storiche della città e da dove settant’anni fa furono deportate numerose famiglie destinate ad Auschwitz e Sobibor.
La costruzione del “Memoriale dei Nomi”, così si chiamerà, comporterebbe lo sradicamento di un po’ di alberi, sostiene il comitato oppositore che, al grido di “più alberi, meno bus” contesta anche l’arrivo dei 200 mila visitatori previsti, circa un quinto dei tanti che ogni anno ad Amsterdam visitano la casa dove fu nascosta Anna Frank. Così riporta The Times of Israel.
Tuttavia il comitato che ha promosso il progetto, il Dutch Auschwitz Committee, ribadisce che non verranno abbattuti alberi del parco, ma che ne saranno spostati alcuni. “Gli oppositori all’iniziativa sono per lo più disinformati e le loro argomentazioni sono basate sul nulla”, ha detto la settimana scorsa al Times of Israel Naomi Koster, rappresentante del Dutch Auschwitz Committee. Quello che si oppone “è un piccolo gruppo di persone altamente istruite, avvocati, giornalisti e altri che non sono contro il monumento in sé, ma che non vorrebbero vederlo nel loro cortile di casa”. Inoltre “il memoriale occuperà solo il 9 per cento del parco esistente – ha sottolineato -, che a sua volta sarà ampliato da un campo adiacente aggiunto per ospitare il monumento”. Ma c’è di più, ha detto Koster a favore del memoriale e della sua prevista ubicazione: all’insaputa dei più, l’ombroso parco Wertheim è già sede di un quasi invisibile memoriale di Auschwitz, un monumento a livello del suolo difficile da individuare che ogni anno ospita una commemorazione.
In sostanza tutti plaudono al progetto del memoriale olandese della Shoah, ma alcuni ne contestano la collocazione. “Questo è un importante monumento e non dovrebbe essere costruito in un ambiente ostile”, aveva dichiarato l’anno scorso Boudewijn Oranje, a capo del consiglio comunale di zona. Il dibattito continua e nel frattempo la decisione sul da farsi, che spetta al consiglio comunale, è stata rinviata al 2016.