Tschuggen Grand Hotel di Arosa

“Andatevene e portate via i vostri bambini”: i manager di un hotel svizzero a 5 stelle cacciano i loro ospiti israeliani

Mondo

di Pietro Baragiola
Venerdì 17 gennaio l’European Jewish Association (EJA), la più grande organizzazione ebraica europea che rappresenta diverse centinaia di comunità, ha iniziato ad indagare su un caso di antisemitismo che negli ultimi giorni ha coinvolto un dirigente di alto profilo israeliano e i suoi cari mentre erano in vacanza in Svizzera.

Secondo quanto riportato dalle testimonianze dei presenti, i responsabili di un albergo a cinque stelle avrebbero allontanato la famiglia ebrea dalla struttura rivolgendo loro pesanti insulti antisemiti.

“I litigi possono capitare tutti i giorni ma attaccare l’ebraismo di qualcuno e insultare i suoi figli per le loro origini ebraiche è assolutamente riprovevole e imperdonabile” ha affermato in un comunicato stampa il rabbino Menachem Margolin, presidente dell’EJA, che al momento sta trattando con le autorità locali per svelare la verità sull’accaduto.

 

L’incidente allo Tschuggen Grand Hotel

Tutto è iniziato la sera del 14 gennaio allo Tschuggen Grand Hotel di Arosa dove, a seguito di un problema riscontrato con la struttura, l’imprenditore Yaniv Bender si è rivolto al direttore dell’albergo a cinque stelle per lamentarsi del servizio.

“Da lì le cose sono rapidamente degenerate” ha spiegato Bender nella sua lettera inviata alle autorità. “Mai nella vita, da quando abbiamo la fortuna di soggiornare in alberghi stellati, io e la mia famiglia siamo stati trattati in modo così palesemente antisemita.”

Nella sua testimonianza, Bender ha raccontato come il direttore dell’hotel, in risposta alle lamentele, abbia detto esplicitamente alla sua famiglia che li avrebbe sfrattati perché ebrei, urlando nella hall e chiamando i suoi bambini ‘barbari’ di fronte agli sguardi attoniti degli altri ospiti.

“Sembrava più la Germania del 1939 che la Svizzera del 2025” ha aggiunto l’imprenditore. “Questo incidente ha profondamente traumatizzato la mia famiglia: i miei figli ora si vergognano della loro identità ebraica, mia moglie è inconsolabile e per me, come padre e protettore dei miei cari, l’esperienza è stata umiliante ed emotivamente svilente.”

La famiglia Bender è stata sfrattata alle 23.00 di martedì e il giorno dopo l’imprenditore ha presentato subito denuncia alle autorità locali che, a loro volta, hanno trapelato la notizia all’EJA.

“Stiamo prendendo questo caso molto seriamente e ci stiamo rivolgendo ai più alti livelli ministeriali e diplomatici in Svizzera per condurre un’indagine approfondita in modo da assicurare che la struttura si scusi con il signor Bender e con la sua famiglia e dimostrare così che l’antisemitismo non sarà mai tollerato in Svizzera” ha affermato il rabbino Margolin. “Ma non si può fare nulla per correggere l’attacco che Bender e la sua famiglia hanno subito. Il fatto che tutto questo sia accaduto in un hotel a 5 stelle dimostra chiaramente che l’antisemitismo pervade tutta la società. Casi come questo stanno purtroppo diventando sempre più comuni in Europa”.

 

Le direttive di Margolin contro l’antisemitismo

Durante il summit dell’EJA, tenutosi lunedì a Cipro, i leader ebraici di tutto il continente si sono riuniti per discutere i loro piani sulla lotta alla crescente minaccia antisemita.

In questa occasione il rabbino Margolin ha dichiarato che negli ultimi anni oltre 40.000 ebrei hanno lasciato l’Europa per via dell’odio contro di loro e ha invitato i governi ad intervenire immediatamente per impedire che anche il resto della comunità abbandoni il continente.

Secondo le statistiche presentate durante il summit, a partire dal 7 ottobre l’antisemitismo europeo è aumentato del 2.000%.

Descrivendo il 2025 come ‘un anno critico per gli ebrei europei’, Margolin ha avvertito che ‘se i governi non prenderanno sul serio le misure richieste, quest’anno rappresenterà l’inizio della fine della presenza ebraica in Europa.”

Il presidente dell’EJA ha colto l’occasione per illustrare alcune linee guida che i leader dei governi dovranno adottare per combattere questa minaccia: “bisogna andare oltre le semplici condanne verbali dei comportamenti antisemiti, intraprendendo azioni efficaci per garantire la sicurezza degli ebrei. Le autorità devono stabilire un ‘codice di condotta’ sulla cui base le manifestazioni contro Israele non si trasformino in proteste antisemite e devono esserci punizioni forti e rapide per gli individui colpevoli di queste azioni.”

Secondo Margolin, inoltre, l’Europa avrà bisogno di procuratori che abbiano una chiara comprensione delle molte forme che l’antisemitismo può assumere, in modo da instituire programmi nelle scuole per educare i giovani contro tali comportamenti.

“Ma ancora più importante è la volontà del governo nel combattere l’antisemitismo” ha concluso il rabbino, spiegando che l’opposizione dei governi al riconoscimento dello Stato ebraico è la ragione principale del crescente antisemitismo in Europa. “Nel momento in cui il governo di ciascun Paese diventerà amichevole nei confronti di Israele e comprenderà il suo diritto a difendersi, si ridurrà enormemente l’odio contro gli ebrei.”