di Nathan Greppi
Non sono mancati, negli ultimi tempi, gli episodi preoccupanti negli Stati Uniti per quanto riguarda l’antisemitismo. In particolare, pochi giorni fa la madre di una studentessa ebrea delle medie ha denunciato in un post su Facebook frasi ignobili sugli ebrei che la figlia avrebbe sentito dire da una sua insegnante durante un corso di religione in una scuola pubblica di Chattanooga, nel Tennessee. Questo pochi giorni dopo che, sempre nel Tennessee, un consiglio scolastico ha messo al bando Maus, il più importante romanzo a fumetti sulla Shoah.
Al corso di Bibbia: “Se volete torturare un ebreo…”
Stando al Jerusalem Post la madre, Juniper Russo, aveva raccontato di aver iscritto la figlia ad un programma di studi chiamato “La Bibbia nelle scuole”, che si pensava fosse equilibrato; invece, stando alle testimonianze, nel corso si cercava di fare proselitismo per avvicinare al cristianesimo gli studenti non cristiani. Ma ciò che ha spinto la Russo a portare la figlia via dalla scuola è stando quando, la settimana scorsa, l’insegnante scrisse il nome di Dio sulla lavagna, in un modo che in genere compare scritto nella Torah ma che di norma non viene pronunciato ad alta voce. A quel punto l’insegnante disse: “Se volete torturare un ebreo, fateglielo dire ad alta voce.”
Quando la figlia raccontò alla Russo cos’era successo, quest’ultima scrisse all’insegnante in questione e all’amministrazione scolastica per incontrarli e discutere della questione. Mentre il preside rispose alla sua mail e si sono sentiti per telefono, l’insegnante si è rifiutata di sentire la madre. È intervenuta anche la Jewish Federation of Greater Chattanooga, principale istituzione ebraica locale, che ha invitato la scuola ad indagare sulla questione.
Neonazisti in Florida
Se da un lato non mancano episodi di questo tipo, dall’altro ci sono anche le reazioni per contrastare l’odio: venerdì 4 febbraio, la polizia di Orlando ha arrestato Burt Colucci, capo di un’associazione nota come National Socialist Movement (NSM) e due suoi sottoposti in seguito al loro coinvolgimento in scontri fisici avvenuti durante un rally neonazista in Florida.
Stando all’ufficio dello sceriffo della Contea di Orange, dove si trova la città di Orlando, durante il rally avvenuto a inizio febbraio i partecipanti avevano ostentato simboli nazisti e insultato gli ebrei, in alcuni casi sconfinando nella violenza fisica. A testimoniarlo è David Newstat, studente all’Università della Florida Centrale, che ha raccontato a Fox 35 di come i neonazisti, vedendo una bandiera israeliana sulla sua macchina, lo hanno circondato per poi prenderlo a pugni e calci, oltre a sputargli addosso e colpirlo con lo spray al peperoncino.
In merito agli arrestati, l’NSM si è lamentato per il “pregiudizio anti-bianco e filoebraico nel nostro cosiddetto sistema giudiziario.” Lo sceriffo della contea, John Mina, ha spiegato di essersi avvalso per effettuare l’arresto, oltreché delle autorità locali e federali, anche del supporto dell’ADL. E proprio la sezione della Florida dell’ADL si è complimentata pubblicamente con Mina per il lavoro svolto.
L’NSM, una delle più vecchie organizzazioni americane legate al suprematismo bianco, aveva organizzato in precedenza diversi cortei, nei quali gridavano frasi come “L’ebreo è il Diavolo”, “Gli ebrei violentano i bambini e bevono il loro sangue”, o “Gli ebrei hanno portato qui gli schiavi”. Inoltre, lo stesso leader Colucci era già stato incriminato il 27 gennaio per fatti accaduti a Phoenix, in Arizona, dove nell’aprile 2021 insultò con epiteti razzisti e colpì con lo spray al peperoncino delle persone di colore.