Antisemitismo in Francia: un’analisi diacronica tra passato e presente

Mondo

di Anna Balestrieri

L’antico fenomeno dell’antisemitismo in Francia è stato recentemente esaminato in una conferenza illuminante, tenutasi sotto il patrocinio dell’Unione Associazioni Italia Israele che ha visto la partecipazione di eminenti esperti e studiosi. Il dibattito ha fornito una panoramica storica e contemporanea di questa persistente discriminazione, evidenziando le sue radici storiche e le sue manifestazioni moderne.

La conferenza

La conferenza ha approfondito vari aspetti dell’antisemitismo attraverso un’analisi diacronica, considerando sia eventi storici che sviluppi contemporanei.

Sophie Nezri Dufour, professore associato di letteratura italiana contemporanea all’Università di Aix-Marsiglia, ha aperto la discussione con una dettagliata analisi della letteratura della Shoah in Italia, soffermandosi sulle opere di Primo Levi, Giorgio Bassani e Carlo Levi. Nezri, che è anche presidente dell’Istituto universitario di Studi Ebraici (IECJ), ha sottolineato come l’antisemitismo abbia evoluto le sue basi da religiose a identitarie. Ha ricordato che oggi, l’odio verso gli ebrei è spesso radicato in questioni di identità e politica più che religiose.

Antonio Donno, già professore di Storia delle Relazioni Internazionali, ha fornito un contesto storico, ripercorrendo episodi chiave come l’affare Dreyfus e il regime di Vichy durante la Seconda Guerra Mondiale, che deportò 76.000 ebrei. Ha poi tracciato l’evoluzione dell’antisemitismo dalla destra estrema, rappresentata da figure come Jean-Marie Le Pen, fino alle recenti tensioni politiche.

Si è discusso del Codice Nero prerivoluzionario, che disciplinava non solo gli schiavi ma anche gli ebrei, considerati nemici del cristianesimo. La professoressa Nezri ha ricordato che l’antisemitismo proviene sia dalla destra sia dalla sinistra politica, con la sinistra moderna che dipinge gli ebrei come oppressori, personificazione del maschio bianco colonialista.

Un altro punto critico oggetto d’analisi è stato l’antisemitismo presente nella comunità musulmana in Francia, spesso alimentato dalla propaganda dei Fratelli Musulmani. Gli atti di odio contro gli ebrei sono aumentati significativamente negli ultimi anni, con un incremento del 1000% degli atti antisemiti denunciato dal giornale di sinistra Libération.

Il ruolo delle istituzioni e dei politici francesi

La discussione ha toccato anche il ruolo ambiguo delle istituzioni francesi. Il presidente Emmanuel Macron è stato criticato per la sua mancanza di fermezza e la sua politica di equilibrio tra il sostegno a Israele e l’accomodamento delle comunità musulmane in Francia. Macron ha dichiarato: “Questa lotta contro l’antisemitismo non deve mai dividerci né mai portarci ad opporre alcuni dei nostri compatrioti ad altri”: le sue azioni di condanna sono state percepite come insufficienti ed ignave da entrambe le parti in contesa.

Macron e la Politica del “En Même Temps”

Emmanuel Macron si trova a dover bilanciare la sicurezza della comunità ebraica con le sensibilità della comunità musulmana. Tuttavia, la sua politica del “en même temps” è vista da molti come una mancanza di fermezza e chiarezza, incapace di affrontare efficacemente l’antisemitismo crescente. La necessità di un’azione decisa e inequivocabile contro tutte le forme di antisemitismo è essenziale per garantire che la Francia rimanga un paese sicuro e inclusivo per tutte le sue comunità.

Macron ha cercato di mantenere un delicato equilibrio politico, spesso descritto con l’espressione “en même temps” (allo stesso tempo), cercando di rispondere alle aspettative di entrambe le comunità ebraiche e musulmane in Francia.

Da una parte, Macron ha espresso il suo sostegno a Israele, riconoscendo l’importanza di difendere gli ostaggi israeliani e la sicurezza dello Stato ebraico. Dall’altra, ha cercato di non alienarsi la vasta comunità musulmana francese, che conta circa sei milioni di persone, spesso adottando una posizione critica verso le azioni militari israeliane.

La Figura Controversa di Jean-Luc Mélenchon

Jean-Luc Mélenchon

Jean-Luc Mélenchon, leader della sinistra francese, è una figura controversa nel panorama politico attuale e sta facendo dell’antisemitismo una bandiera della sua propaganda elettorale in vista delle imminenti elezioni europee attraverso la sua capolista Manon Aubry. Mélenchon ha paragonato il preside dell’università di Lille che non ha voluto ospitarlo al nazista Adolf Eichmann, scatenando polemiche. Il suo partito, France Insoumise, è stato criticato per il suo sostegno alle cause palestinesi e la sua incapacità di condannare apertamente Hamas come gruppo terroristico. Il politico e i suoi sostenitori hanno alimentato negli ultimi mesi un clima di tensione nelle scuole e nelle università, dove si sono verificati episodi di boicottaggio contro artisti e accademici ebrei. Una candidata di questo partito accusata di apologia del terrorismo è stata presa in carico dalla questura francese ma non ancora condannata.

 

 

Aumento degli Atti Antisemiti e la Reazione delle Scuole

Le scuole francesi hanno visto un incremento degli episodi di antisemitismo, con studenti ebrei costretti a nascondere la loro identità, rimuovendo simboli come la mezuza e cambiando i loro cognomi. Le svastiche e altri graffiti antisemiti sono apparsi in diverse città, tra cui Marsiglia e Rouen, triste protagonista di un attacco alla sinagoga locale lo scorso 17 maggio. Alcuni insegnanti, definiti “gauchisti” dai relatori, evitano di parlare della Shoah nelle scuole, nonostante sia inclusa nei programmi di storia, poiché in molte periferie popolari risulta difficile affrontare questi argomenti. Secondo i relatori, sono piccole minoranze a costringere studenti che non vorrebbero essere coinvolti a non esercitare il proprio diritto allo studio

 

L’Aliya e l’Effetto dell’Incertezza Politica

Dal 2017, l’Aliya (emigrazione degli ebrei verso Israele) dalla Francia è aumentata del 237% (a fronte di un aumento del 100 per gli Stati Uniti e del 40 per il Canada), con molti ebrei francesi che scelgono di lasciare il paese a causa del crescente antisemitismo. Questo esodo è iniziato con la seconda intifada nel 2002 e continua a essere alimentato dai continui atti di violenza contro la comunità ebraica. La situazione è peggiorata ulteriormente con l’attacco a Ilan Halimi e altri episodi di violenza nelle periferie popolari.

Francesco Domenico Vitale, dottorando in Storia Contemporanea, ha offerto una prospettiva moderna, evidenziando l’aumento dell’antisemitismo in Francia negli ultimi decenni. Ha menzionato la crescente emigrazione degli ebrei francesi verso Israele e altre nazioni, conseguenza dell’insicurezza percepita. Vitale ha sottolineato come le scuole francesi stiano diventando terreno fertile per il risorgere dell’antisemitismo, con studenti ebrei che spesso nascondono la loro identità.

Conclusioni

La conferenza ha evidenziato come l’antisemitismo in Francia sia un problema complesso e multiforme, radicato in secoli di storia e continuamente alimentato da nuove dinamiche sociali e politiche. La necessità di un impegno deciso e univoco da parte delle istituzioni e della società civile per combattere questo fenomeno è più urgente che mai.

Per ulteriori approfondimenti, è possibile visionare l’intera conferenza su YouTube