“Ascolta le nostre voci”: la sessione delle Nazioni Unite sul femminicidio di Hamas 

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di Anna Balestrieri
È del 4 dicembre la sessione tenutasi alle Nazioni Unite incentrata sulla sensibilizzazione sulle violenze sessuali perpetrate da Hamas il 7 ottobre. Alla sessione, intitolata “Hear our voices” (Ascolta le nostre voci) hanno partecipato circa 700 attivisti e fondatori di gruppi per i diritti delle donne, oltre a figure di spicco come la senatrice Kirsten Gillibrand e l’ex segretario di Stato Hillary Clinton. Durante l’evento è stato dato spazio a testimonianze di primi soccorritori e agenti di polizia che hanno assistito alle conseguenze dell’attacco di Hamas.

Sheila Katz, amministratore delegato del Consiglio nazionale delle donne ebree (NCJW), un’organizzazione femminista ebraica per i diritti civili fondata 130 anni fa e con oltre 210.000 sostenitori, ha esordito con una ferma condanna del silenzio omertoso delle istituzioni, ricordando che nessuno stupro è giustificabile.

UN Women, l’organizzazione che all’interno delle Nazioni Uniti è preposta alla difesa dell’uguaglianza di genere, ha ritardato di otto settimane la condanna dell’attacco di Hamas, nonostante prove evidenti, compresi video girati dagli stessi stupratori, a descrivere la violenza in modo inequivocabile.

Nonostante la pubblicazione di video a testimonianza del femminicidio di Hamas in occasione del 25 novembre, giorno internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, le organizzazioni femministe ed umanitarie hanno deciso di “rimanere in silenzio, avallando le atrocità commesse.” La senatrice Gillibrand ha sottolineato l’impatto delle prove che mostrano le atrocità di Hamas, affermando: “Non puoi non vedere una volta che ti confronti con quelle immagini.”

Tra i relatori della sessione l’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite Gilan Erdan, che aveva denunciato il silenzio del segretario generale Guterres nella mancata condanna dei crimini perpretrati da Hamas. Nella sessione, Erdan ha ribadito che la reazione di UN Women è “troppo poco e troppo tardi” per compensare “la cecità” nell’aver ignorato le prove di abusi sessuali premeditati.

Shari Greenwald Mendes, architetta israelo-americana e fondatrice di un’organizzazione femminile a Gerusalemme, ha descritto le scene strazianti delle donne violentate il 7 ottobre: “uccise due volte,” sia letteralmente sia in quanto private della propria dignità prima dell’assassinio effettivo.

Prima della sessione, circa 300 manifestanti si sono riuniti davanti alle Nazioni Unite, chiedendo giustizia per le vittime della violenza sessuale durante gli attacchi. Hanno scandito slogan come “Me too (Anch’io), a meno che tu non sia ebrea” e hanno esposto cartelli che criticavano la risposta delle Nazioni Unite alla questione.