Fiori in onore degli assassinati nella sinagoga di Pittsburgh

“Non date all’attentatore della sinagoga di Pittsburgh la pena di morte”: lo chiede la comunità ebraica Dor Hadash

Mondo

di David Fiorentini

“Non date all’attentatore della sinagoga di Pittsburgh la pena di morte.” Questa è la richiesta di una delle congregazioni ebraiche prese di mira dal suprematista bianco che ha ucciso 11 fedeli in un attacco nel 2018.

La comunità di Dor Hadash, una delle tre comunità con sede presso l’edificio “Tree of Life”, che il 27 Ottobre 2018 subì l’attacco antisemita più letale della storia americana, ha inviato una lettera al Procuratore Generale degli Stati Uniti Merrick Garland, esortando il Dipartimento di Giustizia a risparmiare la pena di morte per il carnefice.

Nel processo in corso contro Robert Bowers, 49 anni, la giustizia dovrebbe essere ottenuta “in un modo che sia coerente con i nostri valori religiosi e che ci dispensi dal doloroso calvario di prolungate manovre legali” ha scritto il presidente di Dor Hadash, Bruce Herschlag, a nome del Consiglio della Comunità.

La lettera cita anche una dichiarazione secondo cui l’imputato è addirittura disposto a rinunciare al suo diritto a un processo e rilasciare una dichiarazione di colpevolezza in cambio di una sentenza di reclusione a vita, piuttosto che di morte. 

“Dato che undici individui sono stati uccisi  – spiega il Presidente Herschlag – l’imposizione di ergastoli multipli garantirebbe comunque che il colpevole non venga mai rilasciato. Questo è il risultato che desideriamo.”

Inoltre, citando testi ebraici, la missiva rileva che “nonostante i crimini capitali siano stati elencati nella Torah, i nostri saggi e rabbini hanno sviluppato un sistema legale che ha reso quasi impossibile una condanna a morte. La giustizia deve essere temperata dalla misericordia.”

Delle 11 persone assassinate nella sinagoga di Pittsburgh, uno era un membro di Dor Hadash, il Dr. Jerry Rabinowitz, il quale, secondo la difesa, “era fermamente e inequivocabilmente contrario alla pena di morte.” Per questo, secondo la comunità americana, un verdetto in tal senso onorerebbe simbolicamente la sua memoria.

Infine, conclude il Presidente Herschlag “un lungo processo e anni di appelli” costringerebbe i membri di Dor Hadash a “rivivere gli eventi del 27 Ottobre in dettaglio e in modo straziante, sia attraverso le testimonianze in tribunale sia tramite l’inevitabile cronaca giornalistica” e ciò potrebbe “impedire il processo di guarigione per alcuni dei nostri membri”.