di Michael Soncin
Chi veramente manifesta per la pace dovrebbe farlo senza distinguo. Invece, non sembra essere così. È successo ieri, domenica 25 febbraio a Londra, quando un attivista palestinese è stato minacciato per le sue idee: essere andato alla manifestazione che chiedeva il rilascio degli ostaggi israeliani, che ormai quasi dopo cinque mesi, sono ancora prigionieri a Gaza. Anche lui era lì per ribadire lo stesso messaggio.
Come riporta Jewish News, John Aziz (video), 36 anni, ha detto: «Ho ricevuto minacce di morte e insulti da persone che mi hanno chiamato traditore, e da altre che ora fanno finta di non conoscermi più».
Aziz, che si trovava ieri a Tavistock Square durante la manifestazione per dire “No al terrorismo” e il rilascio immediato degli ostaggi israeliani, ha raccontato di essere stato ripudiato da un membro della famiglia per le sue posizioni.
Il suo desiderio è di una pace tra palestinesi ed israeliani. «Sono disposto a parlare agli israeliani e a diffondere insieme il messaggio di pace, in modo che alla fine, forse, i nostri governi si ascoltino a vicenda».
Nato e cresciuto nel Regno Unito, ha poi aggiunto, in merito alle minacce ricevute: «È un problema serio perché ci sono molte intimidazioni e c’è la sensazione che se parli a favore della pace su questo tema, in qualche modo stai minando la causa palestinese».
La gente presente era lì con le bandiere israeliane, intonando canzoni per richiedere il rilascio degli ostaggi. Più volte è stata ripetuta la frase: “Riportateli a casa!”.
Tra i partecipanti anche Bar Vilker, un sopravvissuto ai massacri del Nova music festival. «Ho perso gli amici, la famiglia e l’innocenza che era rimasta dentro di me. Non sarò mai più lo stesso», ha detto.
Una signora di nome Hila Fakliro, che ha raccontato di essere stata anche lei al festival in Israele, dove ha perso sei amici negli attacchi terroristici di Hamas, ha dichiarato:«Dobbiamo opporci al terrorismo. Dobbiamo opporci all’odio. Dobbiamo opporci ad Hamas».
La manifestazione londinese è stata organizzata dal 7/10 Human Chain Project.
Crediti fotografici: Jewish News