di Ilaria Ester Ramazzotti
Diverse organizzazioni ebraiche e la comunità ebraica austriaca hanno espresso preoccupazione per la formazione del nuovo governo a Vienna, di cui fanno parte FPÖ, il Partito della Libertà di estrema destra, e il suo leader e neo-vicecancelliere Heinz Christian Strache, accusato di non aver preso sufficiente distanza dal nazismo e di aver fatto campagna elettorale contro altre culture e religioni.
Il nuovo governo austriaco, in carica dallo scorso 18 dicembre, è guidato dal cancelliere Sebastian Kurz, del Partito Popolare ÖVP, in coalizione con il Partito della libertà FPÖ. Oltre al vicecancelliere Strache, comprende cinque ministri affiliati alla FPÖ, fra cui le tre cruciali poltrone di Interni, Difesa e Esteri.
«Non deve diventare una cosa normale che un partito con una posizione fra il populismo di estrema destra e l’estremismo assuma responsabilità di governo», ha comunicato Oskar Deutsch, leader della comunità ebraica di Vienna, che al contempo si è congratulato con il nuovo primo ministro Sebastian Kurz, definendolo un «amico della comunità ebraica».
Intanto, in seguito alla formazione della nuova coalizione di governo a Vienna, altre voci ebraiche hanno dimostrato timori e contrarietà. Ne parlano nel dettaglio il Jerusalem Post e la stampa israeliana. Il World Jewish Congress ha espresso «forte preoccupazione» per il potere dato al Partito della Libertà FPÖ. Il presidente Ronald Lauder si è tuttavia congratulato con Kurz, «un uomo capace che ha mostrato atteggiamenti molto positivi nei confronti di Israele e del popolo ebraico». «Spero che farà ogni sforzo per assicurare che le politiche del suo governo continuino a seguire una linea democratica e non si dissolvano in pericolosi populismi. L’FPÖ è un partito di estrema destra i cui membri hanno in passato espresso sentimenti xenofobi e antisemiti. Eppure, ora è stato incaricato di ricoprire i ministeri degli Interni, della Difesa e degli Esteri, tre dei settori più importanti – ha sottolineato -. Dopo le elezioni FPÖ ha detto che avrebbe ammorbidito le sue politiche, ma ciò rimarrà retorica fino a quando non ne verrà data prova».
Sulla stessa linea si è pronunciato Moshe Kantor, presidente dell’European Jewish Congress: «L’FPÖ ha una lunga storia di antisemitismo e xenofobia e siamo preoccupati del fatto che controlleranno dei ministeri nel nuovo governo austriaco – ha sottolineato -. Tuttavia, speriamo che la direzione del governo guidato dal Partito popolare e dal cancelliere saranno in grado di disciplinare gli elementi intolleranti all’interno di FPÖ, che ha cercato di correggere elementi del passato e ideologici, ma abbiamo bisogno di vedere misure concrete per dimostrino che queste non sono acrobazie pubblicitarie. Il Partito della libertà non può usare la comunità ebraica come una foglia di fico e deve mostrare tolleranza e accettazione verso tutte le comunità e le minoranze», ha aggiunto Kantor.
Anche la European Jewish Association ha fin dall’inizio riposto fiducia nelle assicurazioni fatte da Kurz sul fatto che il suo governo avrebbe preso una posizione di tolleranza zero verso l’antisemitismo. «Ricordiamo che Kurz è stato un ministro degli esteri sensibile ai valori della democrazia e amico del popolo ebraico», ha detto lo scorso 18 dicembre il rabbino Menachem Margolin, fondatore e direttore di EJA. «Alla luce delle dichiarazioni del nuovo governo, poiché tutti i suoi membri sono uniti nel condannare qualsiasi espressione di antisemitismo – ha aggiunto – ci congratuliamo con il cancelliere austriaco per il suo successo». La European Jewish Association, pur osservando che il leader del FPÖ Heinz Christian Strache ha dichiarato che l’antisemitismo non ha spazio nel suo partito, ha sempre esortato i leader politici europei a non includere partiti estremisti nei loro governi. «Temiamo che in altri paesi i partiti estremisti si uniscano al governo sulla base del modello austriaco senza il rifiuto inequivocabile dell’antisemitismo che l’Austria ha fornito», ha concluso Margolin invitando infine il nuovo governo a nominare un rappresentante speciale per coordinare un’attività governativa volta a sradicare l’antisemitismo e la xenofobia e per chiarire che la libertà di religione in Austria rimarrà invariata».
Fra le voci del mondo ebraico che hanno espresso preoccupazione a causa della composizione del nuovo governo di Vienna c’è anche quella del Board of Deputies of British Jews (Consiglio dei deputati degli ebrei britannici). Il vicepresidente senior Richard Verber ha dichiarato: «L’estrema destra, in passato, ha portato una miseria senza precedenti in Austria e in altri paesi europei. Spetta a tutti i paesi europei, incluso il nuovo governo austriaco, di assicurarsi che non lo faccia più in futuro». «Sosteniamo pienamente la posizione adottata dalla Comunità ebraica austriaca, dall’European Jewish Congress e dal World Jewish Congress di invitare a non creare alcuna coalizione con l’estrema destra in Europa. Alcune parti sostengono di aver disconosciuto le loro radici antisemite e razziste, ma le azioni parlano molto più delle parole. Esortiamo l’Unione Europea e altri partner internazionali a monitorare attentamente la situazione nelle prossime settimane e nei prossimi mesi e a rispondere in modo appropriato».
Ad oggi, lo Stato di Israele ha mantenuto una politica di non coinvolgimento con l’FPÖ proprio a causa del suo passato nazista e delle tendenze antisemite e razziste di alcuni membri.
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