di Nathan Greppi
Domenica 26 maggio Michael Freilich, ex-direttore della rivista ebraica belga Joods Actueel (fondata dal padre Louis Davids) ha ottenuto un seggio nel parlamento del suo paese, diventando il primo ebreo ortodosso a riuscirci.
Come riporta Algemeiner Freilich, 38 anni, si è candidato con la Nuova Alleanza Fiamminga (abbreviato N-VA in fiammingo), un partito di destra legato al nazionalismo della popolazione fiamminga del paese, e ha ottenuto oltre 13.000 preferenze nella sua città, Anversa, sia da ebrei che da non ebrei.
All’inizio di quest’anno Freilich aveva annunciato di voler entrare in politica durante una conferenza stampa a cui aveva partecipato anche Bart De Wever, sindaco di Anversa e presidente dell’N-VA, spiegando che il partito “è in sintonia con molte delle mie idee, che includono i valori dell’Illuminismo inserite in una comune tradizione giudeo-cristiana senza imporre obblighi agli altri.” Ha aggiunto che intende “fare qualcosa per le questioni che mi preoccupano, quali l’immigrazione, il terrorismo e l’estremismo.” Riguardo al terrorismo ha chiesto: “È normale che soldati pesantemente armati debbano ancora fare la guardia alle nostre scuole e alla nostre strade?”
Ha sottolineato il fatto che non vuole essere visto come uno che si preoccupa solo della comunità ebraica: “Sono qui per tutti i membri del partito e per tutto il popolo fiammingo. Da adesso io combatterò come un vero leone fiammingo,” ha dichiarato, riferendosi al simbolo del leone sulla Bandiera delle Fiandre. In particolare, ha affermato di volersi occupare dell’immigrazione: “Il caos dovuto all’immigrazione incontrollata non è più possibile. Il Patto di Marrakech (quello del Global Compact, ndr) è stato un fattore decisivo per me. Io aspiro a un’immigrazione controllata ispirata al modello canadese.”
L’N-VA è attualmente il primo partito nelle Fiandre, e alle elezioni di domenica ha preso il 28% dei voti; tuttavia, ha perso circa il 4% dei voti rispetto alle elezioni precedenti del 2014, mentre il partito Interesse Fiammingo, anch’esso secessionista ma su posizioni più radicali, è salito dal 6% al 18%.