di Ilaria Ester Ramazzotti
“I migliori auguri a Israele e cordiali saluti da Volker Keller, antisemita”. Così si è firmato un pastore della Chiesa luterana di Brema in un messaggio inviato al locale corrispondente del Jerusalem Post. Il religioso ricopre anche la carica di consigliere comunale della città tedesca, con delega all’integrazione dei musulmani. Il quotidiano israeliano ha riportato la notizia lo scorso 25 aprile.
L’input che ha spinto Volker Keller a dichiararsi antisemita, come lui stesso premette nel messaggio inviato via e-mail, pare essere stata una conversazione con il giornalista e autore tedesco Arn Strohmeyer, più volte citato dallo stesso Jerusalem Post per le sue presunte posizioni antisemite e anti-israeliane. Più volte interpellato sui motivi della sua missiva, Volker Keller non ha però inviato alcuna risposta o ulteriore chiarimento alla testata israeliana.
Il pastore luterano era già stato protagonista di eventi promotori del boicottaggio contro lo Stato di Israele ed è cofondatore dell’associazione Cittadini del Nord Brema contro la guerra ong. Secondo un articolo pubblicato dal quotidiano di Brema Die Taz, gli attivisti appartenenti al gruppo di Keller hanno partecipato nel 2011 a manifestazioni davanti a supermercati della zona chiedendo il boicottaggio dei prodotti israeliani. Fra questi è stato una volta fotografato anche l’autore Arn Strohmeyer, visto accanto a manifestanti che mostravano fette d’arancia grondanti sangue con lo slogan ‘Boicotta i frutti di Israele’. Keller non ha però voluto dire se sostenga o meno il boicottaggio dei prodotti israeliani.
La e-mail inviata dal religioso ha suscitato reazioni anche nella chiesa cristiana di Brema. Renke Brahms, responsabile della Chiesa Protestante della città, ha scritto al Jerusalem Post che la Chiesa “prende le distanze da ogni forma di antisemitismo e sostiene con chiarezza l’esistenza di Israele; il pastore Keller” – precisa il comunicato -, ha inviato una ‘e-mail sarcastica’ e voleva in realtà esprimere di non essere un antisemita e di sentirsi ingiustamente diffamato”. La scelta di esprimersi in quel modo è stata frutto di “un malinteso straordinario e una reazione del tutto inadeguata. Abbiamo chiarito al signor Keller che, nella sua funzione, non gli è permesso scrivere tali e-mail”.
“Quest’uomo [Volker Keller] non ha avuto problemi ad esprimersi in modo antisemita e dovrebbe chiedere scusa” e altresì “dovrebbe essere licenziato”, ha detto invece Abraham Cooper del Simon Wiesenthal Center, che ha aggiunto: “Questa persona, con il suo stato d’animo, non dovrebbe avere nulla a che fare con l’integrazione di persone in cultura democratica della Germania”. Cooper ha tuttavia precisato che se Keller facesse le sue scuse ai parrocchiani della chiesa e la comunità ebraica per aver espresso questo sentimento non cristiano, gli dovrebbe essere consentito di mantenere il suo posto di lavoro. Il pastore Keller, da parte sua, ha rifiutato di rilasciare pubbliche scuse alle comunità ebraiche e cristiane di Brema. Renke Brahms della Chiesa Protestante ha invece rifiutato di rispondere alle critiche di Abraham Cooper.