di Paolo Castellano
Licenziato in tronco per aver denunciato le violenze subite da un suo collega giornalista. È la vicenda del cameraman palestinese Eyad Hamad che ha detto di essere stato cacciato dall’Associated Press, agenzia stampa internazionale, dopo che l’Autorità Palestinese ha presentato un reclamo nei suoi confronti.
Come riporta un articolo del 31 maggio del Jerusalem Post, Hamad è un operatore video che ha 63 anni e che risiede a Betlemme. In un’intervista al quotidiano israeliano, Hamad ha svelato che il suo licenziamento sia arrivato dopo aver segnalato un atto di censura nei confronti di un giornalista palestinese: arrestato e picchiato dalle forze di sicurezza palestinesi.
Dopo il suo licenziamento, Hamad e alcuni giornalisti palestinesi hanno deciso di esprimere la loro indignazione protestando contro la decisione dell’Associated Press. Anche il sindacato palestinese ha alzato la voce, definendo “arbitrario” il licenziamento dell’operatore. L’organizzazione di categoria ha poi inviato una lettera all’agenzia stampa internazionale per chiedere la revoca della “decisione ingiusta”.
«Lavoro per l’Associated Press da 20 anni. Ho coperto molti eventi in Cisgiordania, nella Striscia di Gaza e in altri paesi arabi. La decisione è stata una sorpresa per me e per i miei colleghi», ha dichiarato Hamad. Il camerman è convinto che il suo allontanamento sia stato causato dalla campagna di protesta per chiedere il rilascio di Anas Hawwari, un giornalista palestinese recentemente arrestato dalle forze di sicurezza dell’Autorità Palestinese.
Hamad ha poi dichiarato di aver ricevuto diverse minacce da parte dagli esponenti della polizia dell’Autorità Palestinese. I funzionari delle forze dell’ordine gli hanno detto che sarebbe stato licenziato per le sue azioni. Nonostante le intimidazioni, la scorsa settimana Hamad e un gruppo di giornalisti hanno manifestato a Betlemme contro le minacce della polizia. Il cameraman ha impugnato un cartello con la scritta “Presidente Mahmoud Abbas, chiedo protezione dall’agenzia di sicurezza (palestinese)”.
Joe Federman, capo ufficio dell’Associated Press per Israele e i territori palestinesi, non ha commentato la vicenda. «Non esprimiamo commenti su questioni personali», ha detto al Jerusalem Post.