di Nathan Greppi
La comunità ebraica di Montreal, la più antica di tutto il Canada, ha iniziato in questi mesi a commemorare il proprio passato in un museo recentemente aperto appena fuori dallo storico quartiere ebraico Mile End. A riferirlo è il Times of Israel.
Situato in un ex-fabbrica di indumenti, il Museum of Jewish Montreal si distingue da altri musei ebraici del Canada per il fatto che si occupa non della Shoah ma della storia ebraica locale.
“Una delle mie ispirazioni venne guardando fuori dalla finestra”, racconta Zev Moses, direttore del museo. “Vidi un edificio che sembrava una sinagoga che era stata trasformata in appartamenti. L’ho cercata su Google ma non c’erano informazioni su di essa. In seguito, ho scoperto che si tratta di una sinagoga ma nessuno aveva segnato monumenti ebraici di Montreal su una mappa.” E fu così che Moses, che all’epoca aveva 26 anni e aveva una laurea in pianificazione urbana, decise di accollarsi tale compito.
Il Museum of Jewish Montreal è nato come un progetto digitale, che consisteva nel tracciare su una mappa tutti i vecchi monumenti ebraici di Montreal, che negli anni sono stati dimenticati. In questo modo, Moses ha trovato almeno 90 sinagoghe che sono state riadattate per altri usi.
Più avanti, il museo ha iniziato a offrire visite guidate finché l’estate scorsa, con il sostegno del governo, del comune e della comunità locale, si è stabilito in uno spazio fisico permanente.
I visitatori possono trovare diverse mostre e un bar, il Fletchers, che serve piatti ebraici tradizionali, quali il gefilte fish e la challah. Vi è anche una libreria, fornita di romanzi scritti da autori ebrei e ambientati a Montreal, oltre a saggi su un quotidiano locale in lingua yiddish. Stando a Moses, è l’unica libreria ebraica non religiosa di Montreal.
In una delle mostre più recenti sono state esposte vecchi foto delle sinagoghe di Montreal e di fianco immagini degli stessi edifici oggi: palazzi condominiali, chiese e centri culturali. Una di esse è diventata la sede della Federazione Nazionale Ucraina del Canada; altre si sono convertite in una chiesa greca ortodossa, un tempio buddista e un liceo privato chiamato College Francais. La scuola a prima vista sembra un edificio moderno, ma guardando attentamente si posso ancora vedere scritte in ebraico vicino all’entrata. “Le persone ci passano vicino tutto il tempo e non si accorgono di niente. Ma quando gli diciamo di guardare in alto, vedono la scritta” afferma Magdalene Klassen, che lavora al Museo come ricercatrice.
Lo stesso edificio dove il museo ha la sua sede è legato alla comunità ebraica. Noto in origine come il Vineberg (dal nome del suo architetto Avraham Vineberg, che l’ha inaugurato nel 1912), un tempo era una fabbrica tessile i cui dipendenti erano per la maggior parte ebrei.
Moses, che vive a Montreal da quando era un bambino, oggi sa tutto sulla storia degli ebrei di Montreal. La presenza ebraica in Canada ebbe inizio nel 1760, dopo che il territorio venne conquistato dagli inglesi. Prima di allora, infatti, i francesi non permettevano agli ebrei di insediarsi nel territorio. I primi a mettervi piede furono mercanti sefarditi di madrelingua inglese, che fondarono la prima sinagoga di Montreal alla fine del ‘700.
Ma la più grande ondata migratoria ebraica in Canada ebbe luogo tra la fine dell’800 e gli inizi del ‘900, quando iniziarono a fuggire dall’Impero Russo a causa dei pogrom. Un esempio famoso è la madre del noto cantante di Montreal Leonard Cohen, un ebrea lituana di origini russe emigrata in Canada nel 1927. Molti di questi nuovi immigrati si stabilirono in appartamenti lungo Saint-Lawrence Boulevard, nota perché divide la città tra est e ovest. Gli anglofoni di solito vivevano nella parte ovest e i francofoni a est.
“Dato che la città era divisa tra francesi cattolici e inglesi protestanti, mentre gli ebrei vivevano in mezzo, essi furono in grado di preservare la loro cultura e la lingua yiddish più a lungo rispetto ad altre comunità ebraiche del Nord America,” afferma Moses. “Per 50 anni la terza lingua più parlata in città era l’Yiddish.”
Di fatto, l’yiddish è tuttora la lingua madre di circa 15mila ebrei di Montreal: i chassidim delle comunità Belz, Satmar, Vizhnitz e Skver, a cui si aggiunge Tosh, una dinastia chassidica ungherese insediatasi interamente in un villaggio a nord di Montreal.
Alcuni anni dopo la 2° Guerra Mondiale, con la crescita del movimento indipendentista del Quebec, molti ebrei lasciarono la provincia per trasferirsi soprattutto a Toronto, che oggi ospita la più grande comunità ebraica del Canada.
Ai giorni nostri, a Montreal vivono circa 90mila ebrei; di questi, 25mila sono francofoni di origine marocchina, e gli altri sono quasi tutti askenaziti anglofoni. Secondo Moses, negli ultimi decenni molti sono venuti anche dall’ex-Unione Sovietica, dalla Francia e dall’Argentina.
Proprio perché la comunità è tanto variegata, anche la cucina locale lo è altrettanto. Al Fletchers, il locale del museo, si servono gefilte fish e bagel a cui vengono aggiunte spezie marocchine. “Prendiamo un tipico piatto ashkenazita – bagel e salmone affumicato – e mettiamo un miscuglio di spezie marocchine sul pesce, sposando le due maggiori comunità ebraiche di Montreal,” afferma Moses.
Oltre al già citato Leonard Cohen, la lista di ebrei famosi nati a Montreal include lo scrittore Mordecai Richler, lo psicologo Steven Pinker e la giornalista Naomi Klein.