di David Fiorentini
Dopo mesi di pressione statunitense e di negoziati falliti, i capi di Hamas sono stati espulsi dal Qatar.
“I leader di Hamas che fanno parte del team negoziale ora non si trovano più a Doha”, ha dichiarato il portavoce del Ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al-Ansari. “L’ufficio di Hamas a Doha è stato creato per il processo di mediazione. È evidente che, in assenza di un processo di mediazione, l’ufficio stesso perde la sua funzione”.
Dal 2012, il Qatar ospita l’ufficio politico di Hamas, agendo come mediatore nelle negoziazioni indirette con Israele. Tuttavia, lo scorso 8 novembre, l’amministrazione Biden aveva richiesto al Qatar di espellere i leader dell’organizzazione terroristica palestinese, in seguito al loro continuo rifiuto di raggiungere un accordo.
Proprio qualche giorno prima, Hamas aveva respinto una proposta avanzata da Egitto e Qatar per una tregua temporanea in cambio del rilascio di un numero limitato di ostaggi, insistendo invece su un cessate il fuoco a tempo indeterminato.
Dopo poche settimane, il paese del Golfo ha dunque eseguito la direttiva, pur sottolineando la propria autonomia decisionale. Il governo qatariota ha inoltre definito la mossa reversibile, ribadendo la disponibilità a riprendere il ruolo di mediatore qualora Israele e Hamas adottassero un approccio più collaborativo nei negoziati.
Nel frattempo, dalla Turchia trapelano aggiornamenti che i referenti politici sono arrivati ad Ankara, specificando però che non è stata aperta per loro una sede ufficiale, un chiaro tentativo turco di evitare tensioni con gli Stati Uniti.
La Turchia di Erdogan non considera Hamas un’organizzazione terroristica, a differenza dei Paesi occidentali, e da tempo i membri del gruppo terroristico vi soggiornano frequentemente.
D’altro canto, Israele ha intensificato i contatti con i funzionari turchi nel tentativo di accelerare i negoziati per il rilascio degli ostaggi. Nel fine settimana, il capo dello Shin Bet, Ronen Bar, si è recato ad Ankara per affrontare il tema con il suo omologo turco.
Si stima che 97 dei 251 ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre si trovino ancora a Gaza, inclusi i corpi di almeno 34 persone che l’IDF ha confermato essere decedute. Hamas detiene inoltre due civili israeliani entrati nella Striscia nel 2014 e 2015, oltre ai corpi di due soldati uccisi nel 2014.
(Foto: Keystone)