di Michael Soncin
Dal nuovo rapporto pubblicato dalla task force sull’antisemitismo della Columbia University è emersa una forte condizione di disagio nei confronti degli studenti ebrei e pro-Israele, dopo il massacro del 7 ottobre 2023 da parte di Hamas.
Il comunicato che richiama nel suo regolamento al rispetto dei diritti civili viene continuamente trasgredito. I manifestanti pro-Hamas hanno interrotto lezioni ed eventi, occupato spazi all’interno dell’università, tenendo manifestazioni non autorizzate, oltre ad un uso del linguaggio discriminatorio a sfondo razzista. Agli studenti ebrei hanno rivolto domande provocatorie e sgradite, condite da espressioni antisemite. Questo sta continuando ormai da mesi, dopo il pogrom del 7 ottobre 2023, che ha visto un susseguirsi di manifestazioni contro Israele ed in sostegno di Hamas.
La sicurezza agli studenti ebrei non viene garantita
La cosa grave è che gli studenti ebrei non sono stati trattati al pari degli altri a livelli di tutela. Le loro preoccupazioni per essere stati oggetto di discriminazioni antiebraiche non sono state ascoltate. I dimostranti hanno di fatto trasformato la celebre università americana in un luogo d’eccellenza dell’antisemitismo.
Per questo motivo – come riporta Algemeiner – il gruppo Students Against Antisemitism ha recentemente presentato una denuncia, in difesa degli studenti ebrei. Non solo offese, i manifestanti sono passanti anche alla violenza, picchiando cinque studenti ebrei nella biblioteca. “Un altro ha aggredito uno studente ebreo con un bastone, lacerandogli la testa e rompendogli un dito, dopo che gli era stato chiesto di restituire i poster delle persone scomparse che aveva rubato”, riporta il sito.
C’è di più. Le richieste di aiuto in seguito agli atti di violenza non sono state ascoltate. Mentre il corteo Students for Justice in Palestine (SJP) teneva le sue manifestazioni, agli studenti ebrei non poteva essere garantita la sicurezza. È quanto avrebbero detto gli amministratori della Columbia.
Formalità senza atti concreti
L’unico modo di prevenire altri atti di violenze? Negare agli studenti pro-Israele di organizzare un evento sull’autodifesa. Un forte caso di incoerenza anche da parte della presidente della Columbia University Minouche Shafik, perché se da una parte si è complimentata per il rapporto sull’antisemitismo, dall’altra non si è impegnata a mettere in pratica quanto scritto.
«Accolgo con favore il rapporto iniziale della task force sull’antisemitismo e sono grata ai co-presidenti e ai membri della task force della Columbia, del Barnard College e del Teachers College per il loro duro lavoro», ha dichiarato Shafik.
Come se non bastasse c’è chi ha chiesto attraverso il movimento BDS di boicottare Israele su tutti i fronti, incluse le collaborazioni universitarie.
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Nella foto in alto: Columbia University, scalinata principale (fonte Wikipedia)