La notizia viene dal Cairo. Alcuni dipendenti dell’ospedale di Ryad sono sobbalzati per la sorpresa quando sui bicchieri di carta che tenevano in mano hanno visto qualcosa scritto in piccolo. E lo stesso è successo al personale del magazzino di un ospedale di Dubai quando hanno osservato meglio le etichette di una grande spedizione di divise, salviette, lenzuola.
Secondo un recente servizio dall’Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti, sulle etichette cera scritto nientemeno che: Made in Israel. E sì che questi due stati hanno leggi che vietano le importazioni da Israele.
Gli esperti dicono che tra Israele e i suoi vicini arabi ufficialmente nemici esiste un commercio segreto, camuffato, di cui si pubblicizza solo una piccola parte, che sta andando avanti da anni.
Questo commercio segreto ammonta a 400 milioni di dollari lanno, due volte e mezzo il valore di quanto Israele vende ai suoi partner commerciali ufficiali, lEgitto e la Giordania.
La vera entità dell’import arabo proveniente da Israele è impossibile da determinare perché nessuna delle due parti lo rende pubblico: i prodotti israeliani infatti diretti a paesi arabi passano attraverso paesi terzi Cipro o l’Olanda ad esempio, che catalogano le spedizioni come export locale.
Un esperto di unagenzia specializzata in ricerche sui mercati arabi, restando sulle generali e senza dare ulteriori particolari, dice che lexport israeliano riguarda soprattutto tre settori: apparecchiature agricole, quali attrezzature per lirrigazione un campo di cui Israele è leader mondiale , vaccini animali e know how tecnologico e componenti, senza entrare in dettaglio in merito a quest’ultimo punto.
Che un certo prodotto sia israeliano lo si nasconde anche con altri metodi e non solo con la triangolazione. Ad esempio ci sono arabi israeliani che vendono certificati dorigine contraffatti completi di falsi timbri statali. Alcune ditte israeliane poi hanno reparti chiamati controllo qualità che si occupano di togliere ogni scritta in ebraico o etichette Made in Israel.