di Roberto Zadik
L’uragano Harvey ha colpito diverse zone degli Stati Uniti e anche la comunità ebraica texana di Houston è stata flagellata da questo inarrestabile cataclisma.
Secondo il sito “Time of Israel” la catastrofe avrebbe devastato il 70 percento della comunità ebraica della città dove vivono 63mila e 700 ebrei, inclusi 12mila anziani. Una situazione molto grave che “potrebbe impiegare anni per tornare alla normalità nonostante i nostri ripetuti tentativi di rimediare danni a breve e a lungo termine” come ha sottolineato Taryn Baranowski, a capo della Federazione Ebraica di Houston intervistata, mercoledi scorso, dal sito JTA (Jewish Telegraph Agency).
Sono state giornate molto difficili per lo Stato del Texas: l’uragano ha cominciato a scatenarsi venerdì scorso nella cittadina di Corpus Christi a sudovest di Houston uccidendo, secondo le autorità locale, una trentina di persone. Stando alle prime stime ufficiali oltre 30mila persone si sono nascoste in rifugi provvisori in tutto lo Stato e diversi temporali e precipitazioni violente sono già state preannunciate dai media per i prossimi giorni.
Tre delle principali sinagoghe hanno subito danni devastanti a causa dei diluvi e la Baranowski ha reso noto che “nell’area ci sono 42 gruppi ebraici e comunità diverse e tanta gente è rimasta senza elettricità”. Dozzine di famiglie ebraiche sono state evacuate dalle loro case o trasferite al secondo piano delle loro abitazioni al riparo dagli allagamenti del diluvio. A quanto pare diverse abitazione sono state travolte da inondazioni e precipitazioni e le scuole ebraiche sono rimaste chiuse. “E’ davvero devastante e nessuno poteva prevedere che andasse tanto male”, ha fatto notare la Baranowski.
Secondo Chabad.org, la comunità Chabad si è molto impegnata per procurare cibo Kasher e chiunque lo richiedesse fornendolo a chiunque lo richiedesse e spedendo viveri e beni di prima necessità anche via nave attraverso Amazon. Donazioni e solidarietà anche dall’Orthodox Union che si è molto attivata in questo senso in collaborazione con il Servizio Famigliare Ebraico (Jewish Family Service) e altre organizzazioni per aiutare i tanti sfollati a tornare alle loro case, con l’aiuto di gruppi umanitari israeliani e di volontari.
Nonostante la tragedia, la Comunità ebraica locale è rimasta molto unita lavorando duramente per aiutarsi a vicenda, ma sappiamo che la ripresa sarà lunga e difficile. Possiamo farcela ma dovremo affrontare questo tutti assieme” ha concluso la Baranowski.