di Nathan Greppi
Domenica 3 Luglio Sam Tolédano e Vicky Chetrit, una coppia marocchina di origini ebraiche, sono stati assassinati e smembrati nella loro abitazione a Casablanca.
Secondo un articolo di Haaretz la polizia locale ha dichiarato che l’omicidio è stato perpetrato dal loro giardiniere, il quale ha confessato di aver ucciso la coppia per “difficoltà economiche”.
Secondo i media locali l’uomo, identificato solo con le iniziali M.R., era stato recentemente sfrattato dal proprio appartamento e aveva elaborato un piano per uccidere la coppia e derubarli di denaro e gioielli. Subito dopo l’omicidio ha smembrato i loro corpi per spargerne i pezzi in varie zone della città.
La loro scomparsa era stata denunciata mercoledì 6 Luglio da un membro della Comunità Ebraica locale. Secondo il sito Morocco World News la polizia, usando le luci ultraviolette, ha trovato in casa le tracce di sangue che l’assassino ha cercato di rimuovere. Il giardiniere è subito finito nella list dei sospettati e arrestato poco dopo.
Tuttavia, nonostante le autorità lo abbiano rappresentato come un crimine motivato dall’avidità, non sono mancate teorie secondo cui gli omicidi sarebbero di matrice antisemita: in questa direzione si è diretto il sito francofono Diaspora Saharaui, il quale ha scritto che “un semplice ladro non avrebbe mutilato i corpi per disperderne i pezzi per tutta la città”.
Chi invece ha accettato senza problemi la versione della polizia sono stati proprio i vertici delle comunità ebraiche marocchine. In un’intervista al Jerusalem Post Jacky Kadosh, Presidente della Comunità Ebraica di Marrakesh ed Essaouira, ha affermato che non è stato un attentato. “Se l’assassino avesse voluto compiere un attentato terroristico, avrebbe fatto qualcosa di molto più grande e organizzato. Egli sapeva solo che il suo capo aveva molti soldi, tutto qui”. Dello stesso avviso è la scrittrice ebrea marocchina Nicole Elgrissy Banon, la quale ha dichiarato che ci sono buoni rapporti tra ebrei e musulmani in Marocco, e che la notizia degli omicidi è stata uno shock per tutto il quartiere: “Non pensiamo in alcun modo che sia stato un attentato antisemita, ma poiché siamo solo 3000, pochi di numero, quando due persone muoiono nella tua comunità è come perderne una grossa percentuale”.
La Elgrissy, assieme al presidente della Comunità Ebraiche del Marocco Serge Berdugo, ha infine elogiato il lavoro svolto dalle autorità per trovare il colpevole e aiutare la famiglia delle vittime.