di Roberto Zadik
Un recente studio riguardante l’antisemitismo sudamericano nel 2022 nei vari canali social, da Facebook a Twitter a YouTube. Il Congresso Ebraico dell’America Latina: livello stabile con alcuni siti in aumento.
Nel ciclone dell’antisemitismo Usa, di questi ultimi anni, ben poco o per niente si è parlato dell’odio antiebraico, specialmente su internet, anche in Paesi come Argentina, Messico, Cile o Brasile. Secondo un recente articolo uscito, lo scorso 6 luglio, sul sito Iton Gadol (Grande giornale) canale di informazione degli ebrei ispanofoni che abitano in Israele, i dati di un interessante indagine, condotta dall’Osservatorio dell’Antisemitismo sul web, sono stati oggetto di discussione durante il Congresso Ebraico Latinoamericano; essi evidenziano una certa stabilità dell’antisemitismo “virtuale” con alcune aree in aumento, specialmente su Youtube e su Twitter.
Stando a quanto riferisce il testo, l’Osservatorio, avvalendosi di sofisticati programmi tecnologici, ha analizzato il livello di antisemitismo di oltre sette milioni di contenuti, presenti su varie piattaforme social in lingua spagnola, da Twitter a Google e Youtube, fino ai commenti delle bacheche su Facebook. Una ricerca davvero estesa che come ha puntualizzato Claudio Epelman, direttore esecutivo del Congresso, “mette in luce le peculiarità dell’antisemitismo latinoamericano che è molto diverso da quello europeo e di altre parti del mondo e, per questo, bisogna conoscerne le specificità sviluppando il giusto approccio riguardo al problema”.
Sempre secondo Epelman “il livello di antisemitismo si mantiene più o meno invariato, in tutti i paesi analizzati, anche se segnalerei alcuni piccoli miglioramenti, come nel tipo di ricerche su Google in cui stanno aumentando i contenuti positivi riguardo agli ebrei a fronte di una lieve diminuzione di quelli negativi. È necessario, per questo, collaborare maggiormente fra nazioni, indirizzando gli sforzi a livello regionale e sviluppando strategie comuni contro l’odio”.
Nonostante l’ottimismo del direttore del Congresso, alcuni fenomeni appaiono decisamente preoccupanti; ad esempio, sul celebre canale video Youtube, stanno crescendo, secondo lo studio dell’Osservatorio, i contenuti antisemiti con un “incremento considerevole”, del 2,71 percento, nonostante i tentativi politici di contenimento. L’ostilità antiebraica è stata rilevata, specialmente in merito alla parola “sionismo” e, a questo proposito, il sito evidenzia “l’inquietante capacità di alcuni utenti di oltrepassare qualsiasi controllo”. Decisamente preoccupante anche la tendenza evidenziata in un social importante come Twitter nel quale, nel 2022, uno su dieci messaggi, riguardo agli ebrei, esprimeva antisemitismo e quasi la metà posizioni critiche verso Israele ed il mondo ebraico.
Il sito fa notare che, a differenza del 2021 in cui è stata registrata una concentrazione di messaggi antisemiti nel mese di maggio, in questi ultimi mesi la presenza di contenuti antisemiti è stata distribuita in tutto l’anno e non vi sono state grandi variazioni fra i vari Paesi del Sudamerica. Il testo specifica che “è necessario contestualizzare i risultati alle varie situazioni internazionali e che i vari ‘picchi’ sono legati anche ad ambiti ben precisi come ‘il conflitto fra Israele e i palestinesi’.
Anche su Facebook l’Osservatorio ha notato un aumento dei messaggi ostili, nel settembre 2022, quando il presidente cileno Gabriel Boric non accettò le credenziali del nuovo ambasciatore israeliano a Santiago. Oggetto di questo intenso studio e del Congresso sono stati anche i commenti sui siti di sette paesi, Argentina, Brasile, Cile, Costa Rica, Panama e Uruguay. Qui la situazione è risultata molto più equilibrata con dati simili agli anni precedenti; un terzo dei commenti è positivo, un terzo invece negativo e antisemita con la stessa percentuale che non si espone contro al governo attuale. Nonostante questo “bisogna appurare che l’antisemitismo in questi Paesi è sceso di sei punti sotto la media degli ultimi otto anni”.
Ma come è stato possibile realizzare uno studio così approfondito ed esaustivo? L’articolo dell’Iton Gadol ha spiegato che “questa indagine si avvale di uno speciale algoritmo, atto a individuare i commenti rilevanti, in diverse piattaforme, valorizzandone il contenuto. In tema dello sviluppo tecnologico degli ultimi anni, Ariel Seidler, direttore dell’Osservatorio, ha rilevato come “lo sviluppo di questi canali social possa influire sulle nostre democrazie, specialmente riguardo la proliferazione degli hate speech, attraverso account speciali chiamati ‘bots’ generati attraverso l’intelligenza artificiale”. In conclusione, il testo valorizza il fondamentale lavoro dell’Osservatorio spiegando che esso agisce in cooperazione con il Congresso Latinoamericano, la Delegazione di Associazioni ebraiche Argentine e l’Associazione Israelita Argentina e che lotta, dal 2010, per un “utilizzo responsabile della tecnologia elaborando il resoconto annuale dell’odio sul web e della discriminazione online”.