di Michael Soncin
Annualmente il Time, come di consueto, pubblica una classifica con le 100 personalità più influenti del momento, nel panorama internazionale. Per il 2023 tra i diversi personaggi del mondo ebraico spiccano in particolare Deborah Lipstadt e Sam Altman, inventore di ChatGPT.
Un temperamento come Eshet Chayil contro l’odio ebraico
A scrivere la parte su Deborah Lipstadt, conosciuta per la sua lotta contro l’antisemitismo, è stato Jonathan Greenblatt, CEO a Direttore Nazionale dell’Anti-Defamation League – ADL, che citando il Libro di Proverbi, l’ha paragonata a Eshet Chayil, una “Donna di Valore”.
“In veste di invitata speciale degli Stati Uniti, l’Ambasciatrice Deborah Lipstadt esemplifica questa figura, lavorando instancabilmente per proteggere le comunità ebraiche e per costruire un modo dove tutti sono al sicuro e protetti”, scrive Greenblatt.
Per tutti Lipstadt è conosciuta all’unanime per aver difeso la memoria della Shoah, contro lo storico negazionista britannico David Irving che negava l’esistenza delle camere a gas e lo sterminio degli ebrei. Docente universitaria, studiosa della Shoah, nel 2021 è stata nominata dal Presidente americano Joe Biden come Inviata speciale nel Monitoraggio e nella lotta all’Antisemitismo.
Un antisemitismo combattuto quindi nei tribunali, nelle sale del potere. Quest’odio atavico, difficilmente debellabile sta crescendo in tutto il mondo, ma negli Stati Uniti è schizzato a livelli record, come si è visto nei campus universitari.
L’odio che scaturisce dall’antisemitismo, inizia con gli ebrei, ma poi prende sempre altre strade, non finendo mai con gli ebrei. L’autorevole storica, come sottolinea l’autore dell’articolo, l’ha sempre fatto notare. “Continua con il suo lavoro, senza avere mai paura di chiedere alla comunità internazionale di garantire che gli ebrei possano vivere in sicurezza, praticando liberamente il proprio credo. Questo è importante non solo per il popolo ebraico, ma anche per garantire un società libera dal bigottismo e dall’intolleranza verso tutti”.
Vedere oltre l’immaginazione con l’intelligenza artificiale
Era solo questione di tempo. Siamo consapevoli che l’IA, l’Intelligenza Artificiale, fa ormai parte delle nostre vite. Questo lo aveva già intuito nel concreto, più che in un’immaginifica letteraria prospettiva, Sam Altman, l’inventore di ChatGPT.
Ciò che più colpisce di questa persona così geniale – come descritto nel profilo a lui dedicato a cura di Brian Chesky, CEO e cofondatore di Airbnb – è non solo per le sue grandi doti di informatico, ma anche per essere un umanista. È noto anche il suo impegno verso un controllo dei rischi che possono scaturire dell’utilizzo dell’IA.
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Chesky racconta che quando lo incontrò per la prima volta, Sam prevedeva già la direzione che stava prendendo il progresso tecnologico, ovvero verso l’intelligenza artificiale forte detta anche generale (in inglese AGI, artificiale general intelligence), lo strumento più potente mai creato.
“Vide uno strumento che poteva fare un immenso bene, ma che nelle mani sbagliate, poteva essere un’arma distruttiva. Sam ha co-fondato OpenAI per portare responsabilmente AGI nel mondo”.
Un’altra qualità di Altman oltre alla genialità, è l’essere umile, poiché come fa notare Chesky, è Sam che saprà in che direzione andrà questa nuova invenzione: “Ma Sam sa anche che non ha tutte le risposte. Dice spesso, “Cosa ne pensi? Forse mi sbaglio?” Grazie a D-o qualcuno con così tanto potere ha tanta umiltà”.
Le altre personalità del mondo ebraico
Nel Time, compaiono molti altri personaggi del mondo ebraico, come l’autrice di libri per adolescenti Judy Blume; il comico Nathan Fielder, dove nella serie tv The Rehearsal ha trattato temi come il negazionismo; poi la rapper e produttrice discografica Doja Cat; e anche lo scrittore di fantascienza Neil Gaiman.
E ancora, Janet Yellen, economista e politica, prima donna americana nel ruolo di Segretaria al Tesoro; Evan Gershkovich, giornalista del Wall Street Journal, arrestato per l’accusa di spionaggio; Bob Iger, amministratore delegato della Disney, vincitore nel 2019 nel Premio Simon Wiesenthal, per avere detto che «Hitler avrebbe adorato i social media», quale messaggio di avvertimento dei pericoli che ne possono scaturire. Ed inoltre Natasha Lyonne, attrice e regista, che ha preso parte alla serie televisiva Orange Is the New Black, ed è stata co-ideatrice di Russian Doll andata in onda su Netflix.
Fonte foto: Time