Neonato maschio ebreo prima della circoncisione

Dublino, rabbino irlandese in carcere vince ricorso per pasti kasher

Mondo

di David Fiorentini
Il rabbino irlandese arrestato per aver eseguito una circoncisione a Dublino ha vinto il ricorso per il diritto a ricevere pasti kasher in carcere, riporta Jewish News.

Con oltre 15 anni di esperienza come mohel, Rav Jonathan Abraham è stato arrestato il mese scorso nella capitale irlandese, durante la celebrazione di un brit milà in una casa privata.

L’accusa consiste nell’aver effettuato la procedura medica senza le adeguate certificazioni locali, un reato la cui pena comporterebbe la reclusione fino a cinque anni. 

Tuttavia, trattenuto in custodia a Cloverhill, il rabbino Abraham si è presto trovato in ulteriori difficoltà, poiché non gli è stato permesso di pregare utilizzando i suoi tefillin né di ricevere pasti kasher. Una condizione in netta violazione dei suoi diritti umani, che lo ha portato a presentare un ricorso alle autorità irlandesi.

Dopo alcune settimane, finalmente la giudice Nuala Jackson ha approvato le richieste del rabbino osservando come il mancato approvvigionamento possa aver causato “notevole e comprensibile stress, derivato da una mancanza di comprensione da parte dei servizi carcerari riguardo la necessità di fornire cibo in conformità con le sue convinzioni religiose”.

Il magistrato, inoltre, date le circostanze del caso, ha condannato lo Stato irlandese a pagare il 50% delle spese legali del rabbino.

“È molto deludente che ci sia voluto così tanto tempo per risolvere la questione del cibo kasher, e che sia stato necessario un ricorso all’Alta Corte prima di ottenere una soluzione”, ha affermato il Rabbino Capo d’Irlanda Yoni Wieder al Jewish Chronicle.

“Quando ho continuato a sollevare la questione la scorsa settimana, mi è stato detto dalle autorità che al rabbino Abraham veniva effettivamente servito cibo kasher, anche se non era stato richiesto alcun parere esperto sui requisiti della kasherut e non era stato contattato alcun fornitore kasher a Dublino.”

Secondo la ricostruzione del capo rabbino, rav Abraham si è limitato a mangiare i cereali della colazione per due settimane.

“Mi rendo conto che esistano protocolli rigorosi riguardo all’introduzione di cibo nelle prigioni dall’esterno. Tuttavia, questa è una questione legata al diritto umano alla libertà di praticare la propria religione, ed è facilmente gestibile da altre prigioni quando necessario.”