di Roberto Zadik
Chi ha commesso quelle terribili violenze a danno dei tifosi del Maccabi Tel Aviv, ad Amsterdam, giovedì 7 novembre, e quali sarebbero state le cause? A questo proposito il Times of Israel, in un articolo firmato da Bart Schut, ha diffuso la notizia che, riguardo a questo evento, il Parlamento olandese è in subbuglio, tormentato sia dalla difficile ricostruzione dell’accaduto sia da polemiche interne.
Da vari giorni le autorità stanno indagando per trovare i colpevoli, malgrado il fatto che profonde divergenze di opinioni fra schieramenti stiano complicando la situazione generale. Si sta, infatti, producendo uno scontro fra due punti di vista diversi, uno fra gli organi politici del parlamento centrale, nella capitale l’Aja, guidato da fazioni di centro sinistra più moderate, e l’altro ad Amsterdam, in una sede istituzionale secondaria, che ha coinvolto le frange più estreme della sinistra e i partiti islamici.
Ma quali sono state le tematiche dei dibattiti? A quanto pare, fra gli argomenti principali, le coalizioni di destra e di centro destra si sono soffermate, principalmente, sull’appartenenza religiosa e le origini degli attentatori mentre, come possibili cause dell’attacco, frequenti sono stati i riferimenti all’islamofobia e le accuse al “genocidio” a Gaza da tutti gli schieramenti, particolarmente da quelli di sinistra.
Vari parlamentari hanno espresso, da sinistra e da destra, dure critiche riguardo all’assenza della sicurezza anche in momenti particolarmente gravi, come quando le bande di assalitori mascherati hanno non solo gridato slogan propalestinesi a danno dei tifosi israealiani ma sono passati alla violenza fisica, ferendo almeno dieci persone di cui cinque sono finite in ospedale.
Durante le discussioni in aula, la consigliera parlamentare Nilad Ahmadi, esponente del partito antisionista Vonk (in olandese “scintilla”), ha accusato il Mossad di essere responsabile di quelle violenze ma alcuni membri del parlamento olandese l’hanno zittita, rimproverandone l’antisemitismo, ma riflettendo anche su eventuali responsabilità degli hooligans della squadra del Maccabi.
I cori da stadio dei tifosi Maccabi equiparati al linciaggio perpetrato dagli arabi olandesi
Preoccupante che anche vari media e testate giornalistiche locali, così come le forze dell’ordine, si siano costantemente riferiti a possibili provocazioni da parte di alcuni sostenitori del Maccabi che avrebbero intonato slogan contro gli arabi, rimuovendo una bandiera palestinese dalla facciata di un edificio nel centro di Amsterdam.
In Olanda molti equiparano l’aggressività di entrambe le parti, da un lato quella degli aggressori e dall’altra le vittime israeliane, evitando però qualsiasi riferimento all’origine etnica e religiosa degli ideatori dell’attacco, definito come un pogrom da varie comunità ebraiche locali. Nonostante questa atmosfera cupa e le ambiguità esistenti, alcuni politici olandesi, come il consigliere Kevin Krueger, condannano apertamente la “matrice fanatica e l’odio antiebraico scatenato da un certo fondamentalismo islamico” sottolineando che “tutti hanno visto il video, sentendo che gli assalitori parlavano in arabo”.
Opinioni divergenti, scontri fra partiti e divisioni ma nel Parlamento dell’Aja tutti all’unanimità hanno evidenziato l’aumento dell’antisemitismo nel paese anche se la sinistra lamenta una serie di “provocazioni da parte dell’estrema destra” che secondo loro avrebbe fomentato le violenze del 7 novembre.
D’accordo con Krueger anche la parlamentare Dilan Yesilgoz, di origini turche e leader del partito di centrodestra, impegnata nella lotta contro l’antisemitismo e ex ministro della giustizia e della sicurezza, che ha constatato la tendenza della sinistra olandese a tacere sull’origine e l’appartenenza religiosa degli attentatori del 7 novembre. “È molto triste vedere che sinagoghe e scuole ebraiche abbiano bisogno di costante protezione” ha detto la parlamentare al Times of Israel ricordando come questo attacco costituisca “un episodio estremamente negativo per Amsterdam e un esempio della pessima integrazione degli immigrati nella società olandese”.
Vietato accusare gli islamici. Si rischia di essere accusati di islamofobia
Riguardo alle origini degli aggressori, la consigliera suppone che “probabilmente sono di origine marocchina e la polizia sta indagando su questo elemento”. Nella sua dichiarazione ha sottolineato come sia molto più facile parlare di antisemitismo, nell’estrema destra o nella sinistra olandese, che nominare il fondamentalismo islamico senza venire tacciati di islamofobia e ha aggiunto “Come è possibile lottare contro questo problema se non è nemmeno possibile parlarne?”.
Indignata dal presunto razzismo di queste ipotesi, la ministra Nora Achachbar, nata in Marocco, si è dimessa venerdì scorso dopo che alcuni parlamentari avrebbero incolpato alcuni ragazzi olandesi, con la sua stessa origine, di essere i responsabili delle aggressioni. Infuriata ha lasciato il suo incarico al ministero delle finanze definendo “offensivo” il linguaggio dei suoi colleghi.
Nonostante ciò, il centrodestra ha annunciato di voler inserire le violenze antisemite negli “atti terroristici” punendo i responsabili secondo la legge olandese che li priverebbe della cittadinanza a condizione che siano in possesso del passaporto di un altra nazione e ciò, come ha puntualizzato l’articolo, avrebbe serie conseguenze su molti immigrati marocchini così come sui loro figli e nipoti.
Le chat provano la premeditazione
Forti polemiche, ma anche proposte e soluzioni nelle istituzioni olandesi mentre la polizia sta procedendo nelle sue indagini. Il Times of Israel rende noto che circa quarantacinque persone sono state intercettate e accusate di violenza; nove di queste sono state identificate e arrestate e le forze dell’ordine hanno appurato che tutto è stato premeditato da mesi. Analizzando i messaggi, su svariati gruppi whatsapp associati alle persone identificate, gli agenti hanno rinvenuto numerosi contenuti che istigavano alla violenza in quella che è stata definita una spietata “caccia all’ebreo”.
Grande preoccupazione anche fra i membri del Maccabi, come David Bresemer, presidente del Maccabi Olanda e Europa, che ha segnalato un forte “stato di ansia” fra gli ebrei olandesi e gli israeliani che vivono nel quartiere di Buitenvedert. Egli ha ricordato di aver contattato i membri della comunità ebraica che “sono terrorizzati e pensano di vivere in un incubo”.