“È così che arriva in cielo”: in Israele si tengono i funerali del rabbino Kogan mentre i primi sospettati vengono arrestati dalle autorità

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di Pietro Baragiola
Lunedì 25 novembre il corpo del rabbino Zvi Kogan è stato rimpatriato in Israele dove è stato sepolto sul Monte degli Ulivi dopo una commovente processione che ha visto la partecipazione di centinaia di cittadini israeliani.

“Zvi era innocente, ed è così che arriva in cielo” ha affermato il padre del rabbino durante la cerimonia che si è tenuta alle 23:00 sotto una pioggia incessante.

Kogan, 28 anni, è stato ucciso domenica in quello che è stato definito dal movimento Chabad-Lubavitch ‘un attacco terroristico antisemita negli Emirati Arabi Uniti’.

Nelle prime ore di lunedì le autorità degli EAU hanno rilasciato alla stampa le foto dei tre sospetti arrestati per l’omicidio, tutti provenienti dall’Uzbekistan.

“I loro nomi sono: Olimpi Toirovich, 28 anni; Makhmudjon Abdurakhim, 28 anni e Azizbek Kamlovich, 33 anni” ha affermato il comunicato del Ministero degli Interni degli EAU. “Ora stiamo intraprendendo tutte le azioni necessarie per scoprire ulteriori dettagli, le circostanze e i motivi di questo crimine spregevole.”

L’omicidio del rabbino Kogan

Kogan si era trasferito negli Emirati Arabi Uniti come rappresentante di Chabad, il gruppo ebraico ortodosso noto per le sue attività di sensibilizzazione in tutto il mondo.

Secondo quanto affermato dall’organizzazione, il rabbino ha lavorato diversi anni per espandere la vita ebraica negli EAU, aprendo il primo centro di educazione ebraica del Paese e assicurando ampia disponibilità di cibo kosher nel suo “Rimon Market”, un negozio di alimentari che Kogan gestiva nell’area trafficata di Al Wasl a Dubai.

Nel corso dell’ultimo anno di conflitti, il locale è stato costantemente oggetto di proteste da parte di manifestanti pro-palestinesi che ne hanno strappato tutte le mezuzot dalle porte anteriori e posteriori. Dallo scorso giovedì, però, le saracinesche del negozio sono rimaste sempre abbassate e del rabbino Kogan nessuno ha avuto più notizie.

Il suo corpo è stato trovato domenica nella città di Al-Ain al confine l’Oman, a circa 150 chilometri da Abu Dhabi. La sua auto era stata abbandonata e, come affermato dal sito di notizie Ynet, c’erano segni di lotta nel veicolo.

Secondo i funzionari l’omicidio sarebbe stato commesso da cittadini uzbeki reclutati dall’Iran. L’ambasciata iraniana ad Abu Dhabi però ha subito respinto categoricamente queste accuse.

L’operazione di ricerca dei colpevoli si è svolta contemporaneamente in diversi Paesi e si è conclusa domenica sera con l’arresto di tre sospettati.

“È stata avviata un’indagine che ha portato a risultati in tempi record” ha affermato un portavoce degli Emirati Arabi Uniti, spiegando che i dettagli saranno resi noti alla chiusura del caso.

In un comunicato rilasciato lunedì, il presidente Isaac Herzog ha ringraziato le autorità degli EAU per la loro azione rapida, ritenendosi fiducioso che ‘lavoreranno instancabilmente per assicurare tutti i responsabili alla giustizia’.

Il rabbino Zvi Kogan

 

L’arresto dei tre sospettati

Nella mattina di lunedì il Ministero degli Interni degli Emirati Arabi Uniti ha pubblicato i nomi e le foto in prigione dei tre sospettati, mostrandoli ammanettati, bendati e con indosso uniformi carcerarie blu.

“Siamo certi che siano gli autori dell’omicidio del cittadino moldavo” ha affermato il Ministero, facendo riferimento alla doppia cittadinanza Israelo-moldava di Kogan.

I tre uomini sono stati arrestati in Turchia ed ora potrebbero rischiare la pena di morte.

“Come Paese condanniamo fermamente questo atto terribile” ha rassicurato il Presidente moldavo Maia Sandu sul suo profilo X. “L’odio non ha posto nel nostro mondo.”

“Questo omicidio è stato più di un crimine negli EAU, è stato un crimine contro gli EAU” ha affermato l’ambasciatore degli Emirati Arabi Uniti negli Stati Uniti, Yousef Al Otaiba su X. “È stato un attacco alla nostra patria, ai nostri valori e alla nostra visione. Negli Emirati Arabi Uniti diamo il benvenuto a tutti, accogliamo la coesistenza pacifica e rifiutiamo l’estremismo e il fanatismo di ogni tipo. È nostro compito onorare la memoria di Zvi Kogan impegnandoci a rispettare questi valori”.

Nonostante l’efficienza delle indagini, l’omicidio di Kogan si è rivelato un duro colpo per la comunità ebraica e israeliana degli EAU, che oggi conta quasi 4000 membri. Nelle ultime ore, infatti, Israele ha rinnovato l’avviso ai suoi cittadini di evitare qualsiasi viaggio non essenziale negli Emirati Arabi Uniti e ha consigliato ai cittadini già presenti di prendere ulteriori precauzioni.