di Roberto Zadik
Dalla caduta del Muro di Berlino e dell’Unione Sovietica, molti ebrei russi stanno vivendo un grande fermento culturale non solo negli Stati dell’ex Urss ma soprattutto in Israele, Usa e Canada. Lo dimostrano gli eventi di cultura ebraica russa e-Limmud, che, stando a quanto pubblicato da Jewish Telegraphic agency (JTA), in questo periodo, vanno in onda su Zoom: il primo appuntamento è stato lo scorso 3 maggio con altri eventi i prossimi 10- 15, 16 e 17 maggio, registrando un grande successo convisualizzazioni da varie città del mondo. Unico requisito, una perfetta conoscenza del russo e dell’inglese perché l’iniziativa è organizzata dalle comunità ebraiche russofone presenti oltreoceano. Un mondo affascinante e totalmente sconosciuto, rinato dai massacri di nazismo e comunismo e una fotografia della stimolante realtà socio- culturale affascinante degli ebrei russi odierni.
Organizzato dall’ente internazionale non profit Limmud FSU, formato da ebrei madrelingua russa che vivono in America, che in tempi normali organizza eventi fisici (nella foto).
Suddiviso in svariate tematiche, nello show, si passa dall’educazione con Dima Zicer, alla satira col giornalista satirico Victor Shenderovic, alla cucina con lo chef Vova Tashaev che ha fatto “sognare” al suo pubblico un delizioso pesce piccante, alla nordafricana in stile Hraimi. Un caleidoscopio di argomenti che comprende anche la scienza con lo scienziato inglese Ari Sacher che illustra in maniera ironica i meccanismi difensivi della barriera israeliana missilistica Iron Dome e gli insegnamenti di ebraismo di Rabbi Mordechai Becher, professore della Yeshiva University che si è soffermato sulle incertezze della vita, rassicurando il pubblico virtualmente presente, sul fatto che anche in questo periodo difficile “dobbiamo confidare nella fiducia Divina nei nostri confronti.”
“E’ la quarta volta che sono presente a questa iniziativa e la prossima spero di essere qui di persona” ha aggiunto nel suo discorso. L’idea della “virtualità” si è dunque rivelata vincente anche se concepita improvvisamente, quando a fine marzo, è cominciata la pandemia e l’unica alternativa era di posticipare evento mettendolo online. Tutto, secondo gli organizzatori è stato trasferito in rete, con un grande lavoro di squadra in cui appartenenti ai vari team da Israele, alla Bielorussia, all’Ucraina, alla Russia con centinaia di partecipanti hanno lavorato serratamente per realizzare il Festival.
E così domenica 3 maggio la manifestazione è cominciata con i saluti del presidente dell’organizzazione Aaron Frenkel, della co-fondatrice Sandra Kahn e del chairman del comitato internazionale del Limmud, Matthew Bronfman per poi evolversi nelle performance musicali del pianista Alexander Drouz e della cantautrice e attrice Marina Maximilian, israeliana di origini ucraine. “E’ stata un’ottima maniera per intrattenere la gente, distraendola dal virus e dall’ossessività con cui se ne parla tutto il giorno” ha sottolineato Alina Bittel ebrea ucraina, 26enne residente a New York dove è a capo della sede newyorchese dell’organizzazione. Realizzata grazie al lavoro di una equipe di volontari che hanno lavorato con New York, la Costa Occidentale, la famosa West Coast e il Canada e l’assistenza del manager americano del progetto Noam Shumakh-Khaimov, la manifestazione è stata un vero successo. Tante sorprese sono previste per I prossimi eventi che si terranno fra maggio e giugno. Ad esempio domenica 10 maggio, il presidente Limmud, Frenkel e il giudice della Corte Suprema Israeliana Elyakim Rubinstein discuteranno insieme a uno dei vertici del museo per la Shoah, Yad Vashem, Rabbi Israel Meir Lau, di argomenti molto importanti, come l’aumento dell’antisemitismo dopo l’esplosione della pandemia. Un tema che secondo il rappresentante riunisce tutti gli ebrei in un momento internazionalmente particolarmente difficile.