È stato ritrovato il corpo di Rav Zvi Kogan, rapito a Abu Dhabi

Mondo
di Ludovica Iacovacci

Le autorità degli Emirati Arabi Uniti hanno identificato il corpo dell’emissario di Chabad, Rabbi Zvi Kogan. L’annuncio arriva domenica mattina da parte dell’Ufficio del Primo Ministro e il Ministero degli Affari Esteri di Israele.

Zvi Kogan era un cittadino israelo-moldavo e aveva prestato servizio in Tzahal, nella Brigata Givati. Era uno stretto aiutante del rabbino Levi Duchman, il rabbino capo della comunità ebraica negli Emirati Arabi Uniti, e aveva gestito il negozio di alimentari kasher Rimon a Dubai, dove è stato filmato pochi giorni prima di essere visto per l’ultima volta.

Un’indagine preliminare sulla sua scomparsa suggerisce che tre agenti uzbeki lo hanno seguito dopo aver lasciato il negozio di alimentari e aver guidato fino alla città di Al-Ain, località al confine con l’Oman, dove la sua auto è stata trovata abbandonata e presentava segni di lotta. Il suo telefono era stato spento. Domenica mattina è stata data la notizia che il suo corpo è stato trovato nell’automobile a circa un’ora e mezza dalle città di Abu Dabi e Dubai (le autostrade che collegano le città di al-ʿAyn, Abu Dhabi e Dubai formano un triangolo e ciascuna delle città dista circa 150 km dalle altre).

Il Mossad e le autorità del Paese del Golfo nei giorni scorsi avevano aperto l’indagine sulla base delle informazioni secondo cui la scomparsa dell’uomo era legata a “un incidente terroristico”. Dopo aver ricevuto informazioni che indicavano che si trattava di un attentato terroristico, nel Paese era in corso un’indagine attiva. Secondo quanto si sospetta, probabilmente Zvi Kogan è stato rapito e ucciso dalla cellula terroristica uzbeka che sarebbe stata diretta dall’Iran per fornire a Teheran una “negazione plausibile”. Questi agenti del terrore sono successivamente fuggiti in Turchia. Israele è stato in allerta per gli sforzi attuati da Teheran per colpire israeliani ed ebrei in tutto il mondo attraverso i suoi vari agenti, a maggior ragione dopo l’apertura del primo fronte diretto tra la Repubblica Islamica e lo Stato ebraico avvenuto quest’anno.

Nella prima mattinata di domenica 24 novembre, il Ministro degli Esteri israeliano, Israel Katz, scrive: “L’omicidio del defunto emissario Chabad Zvi Kogan negli Emirati è un crimine terroristico antisemita codardo e spregevole. Lo Stato di Israele non si fermerà né starà in silenzio finché i responsabili di questo atto criminale non pagheranno per le loro azioni. Invio le mie più sentite condoglianze alla famiglia Kogan in questo momento difficile e rafforzo l’impegno di tutti coloro che sono coinvolti nelle indagini e nel perseguimento della giustizia”.

Rinforza la dichiarazione anche l’Ufficio del Primo Ministro di Israele: “L’omicidio di Zvi Kogan, di benedetta memoria, è un atto abominevole di terrorismo antisemita. Lo Stato di Israele userà tutti i mezzi e tratterà i criminali responsabili della sua morte con il massimo rigore della legge.

Le informazioni in possesso di Israele hanno indicato che Kogan potrebbe essere stato sotto sorveglianza iraniana, hanno detto i rapporti. Il canale N12 ha riferito che Kogan era entrato negli Emirati Arabi Uniti con il suo passaporto moldavo, pertanto le autorità locali si sarebbero prima rivolte al Paese dell’Europa orientale anziché a Israele.

“C’è grande shock e rabbia dopo l’assenza dell’emissario di Chabad Zvi Kogan. È successo dopo diversi anni in cui non c’è stato alcun incidente insolito di sicurezza o nazionalista”, aveva detto a N12 una fonte vicina alle autorità di Dubai, subito dopo il rapimento, giovedì 21 novembre. “Nel sistema di governo, sperano che qualcosa porti alla scoperta del mistero e delle buone notizie. Gli alti chierici e il governo stanno lavorando per verificare e chiarire l’incidente”.
Ynet riporta che un collega israeliano che viveva ad Abu Dhabi e che conosceva Kogan lo ha descritto come “un uomo gentile che era molto attivo nella comunità”. Il collega riferisce che la sua famiglia è devastata e che le comunità israeliane ed ebraiche sono sotto shock. Kogan si è sposato sei mesi fa e sua moglie è la nipote del rabbino Gabi Holtzberg, un emissario di Chabad assassinato a Mumbai nel 2008.

“Le organizzazioni di sicurezza e di intelligence israeliane, preoccupate per la sicurezza e il benessere di Kogan, hanno lavorato instancabilmente su questo caso. Ciò serve anche a ricordare che per un po’ di tempo, secondo le raccomandazioni del NSC, è stato emesso un avviso di viaggio moderato di livello 3 per gli Emirati Arabi Uniti, con una raccomandazione di evitare qualsiasi viaggio non essenziale lì e, per coloro che si trovano nel paese, di prendere precauzioni extra” avverte l’Ufficio del Primo Ministro di Israele.

Aumentano sempre di più i timori emessi dallo Stato d’Israele per le comunità ebraiche residenti all’estero.

 

Le reazioni in Italia

L’UCEI (Unione delle comunità ebraiche italiane) ha detto in un comunicato che “si unisce al dolore e allo strazio dei famigliari di Rav Tzvi Kogan assassinato brutalmente negli Emirati Arabi (in località vicina ad Abu Dhabi, ndr). Lui, come l’intera comunità di Chabad, emissari di bene e di luce nel mondo, per ogni bisognoso di cure, per ogni giorno che inizia e tramonta ha dedicato la vita ad aiutare ogni correligionario e rintracciare e ringraziare il Creatore per i piccoli e grandi miracoli della vita.

Menti e mani assassine lo hanno perseguitato perché ebreo, perché portatore di pace e di convivenza tra comunità religiose. Lui e molti altri della sua organizzazione valgono Mille e una Onu, veramente dediti al benessere sociale, in un paese dove libertà di credo religioso e convivenza sono divenute esemplari anche rispetto alle libere democrazie europee. Noi, assieme ai Chabad continueremo sempre a salvaguardare il precetto della vita e vita ebraica, nonostante le minacce e gli odiatori che purtroppo anche nelle nostre città si fanno forza di una costante distorsione mediatica e di organizzazioni internazionali dominate da queste menti esecutrici del diffuso odio antisemita. Che il suo ricordo sia di benedizione e protezione delle vite in Israele e nel mondo”.
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