di Nathan Greppi
Negli ultimi giorni due novità hanno scosso la politica messicana: la prima è stata l’elezione a presidente di Andres “Amlo” Obrador, una figura politica controversa. La seconda è stata l’elezione a sindaco della capitale dell’ebrea Claudia Sheinbaum, che con il 55% dei voti è diventata la prima donna sindaco di Città del Messico.
Secondo Arutz Sheva la Sheinbaum, 56 anni, che fa parte del partito di Amlo, è stata tra i primi ad abbandonare lo storico partito di sinistra, il PRD, per unirsi al Morena, il partito della sinistra “populista” fondato dal nuovo presidente nel 2014. L’anno seguente, lei venne eletta come rappresentante del Distretto di Tlalpan, uno dei 16 che formano una capitale da 9 milioni di abitanti. Alla sua elezione da sindaco, ha spiegato che le sue priorità sono di combattere la corruzione, la criminalità e il narcotraffico (quest’ultimo in Messico ha portato a una guerra che ha causato 12.000 morti solo nel 2017).
Laureata in Fisica e Ingegneria Genetica, la Sheinbaum è una scienziata molto conosciuta in Messico. Inoltre, è da sempre un’attivista per i diritti sociali, una tradizione quasi di famiglia: infatti sua madre manifestava con il Movimento Studentesco del 1968, del quale parlò all’epoca anche Oriana Fallaci.
Attualmente in Messico vivono tra i 40.000 e i 50.000 ebrei, di cui il 75% vivono nella capitale. La maggior parte di essi discendono da immigrati giunti nel paese latinoamericano tra l’800 e i primi del ‘900.