di David Fiorentini
Il conduttore radiofonico inglese che ha etichettato l’Olocausto come una bufala e che ha chiamato gli ebrei “ratti” in trasmissioni radiofoniche è stato condannato a 32 mesi di reclusione.
Graham Hart, di Penponds in Cornovaglia, è stato giudicato colpevole dalla Truro Crown Court per otto capi d’accusa di incitamento all’odio razziale.
I commenti nelle trasmissioni andate in onda tra il 18 luglio 2016 e il 24 dicembre 2020, includono l’idolatria di Hitler come “il più grande uomo del ventesimo secolo” e altri frasi ingiuriose come: “Sbarazziamoci degli ebrei. È ora che se ne vadano, ne ho abbastanza di queste persone e del caos che causano”.
Nonostante il tentativo della difesa di appellarsi a scusanti quali la depressione e l’ossessione, il giudice Robert Linford non ha avuto dubbi e ha sentenziato Hart per “aver amplificato i sentimenti di odio verso i cittadini di fede ebraica.
Oltre alla pena detentiva, al conduttore radiofonico è stato vietato di trasmettere per dieci anni.
“I reati che ha commesso verso gli ebrei costituiscono uno dei più estremi che abbiamo mai incontrato” – ha dichiarato il leader del movimento che ha attirato l’attenzione della polizia sui commenti di Hart, Campaign Against Antisemitism, Stephen Silverman – “è vitale che la comunità ebraica sia protetta da quest’uomo”.
Grande soddisfazione è stata espressa anche da parte delle istituzioni britanniche, in particolare da Nick Price, Capo della Divisione Crimini Speciali e Antiterrorismo del Crown Prosecution Service, il quale ha commentato: “Sono lieto che sia stato affidato alla giustizia e che abbiamo messo fine alle sue trasmissioni offensive e ingiuriose”.