di Redazione
“Noi riteniamo che gli appelli al boicottaggio di prodotti nei confronti della Francia rappresentino un cinico sfruttamento politico della libertà di espressione che fomenta odio, così come avviene per gli appelli ipocriti al boicottaggio di Israele”. La dichiarazione sdegnata di Lior Hayat, portavoce del ministero degli Esteri israeliano, è solo l’ultima in ordine di tempo delle numerose arrivate contro il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, che il 26 ottobre ad Ankara ha dichiarato “Contro i musulmani d’Europa è in corso una campagna di linciaggio simile a quella condotta contro gli ebrei europei prima della Seconda guerra mondiale».
“Faccio appello alla cancelliera Merkel – ha continuato -. Se voi avete libertà di religione, com’è che ci sono stati quasi 100 attacchi contro moschee? Voi siete i veri fascisti”, attacca il leader di Ankara, chiedendo ai “responsabili politici europei” di “fermare la campagna d’odio diretta da Macron”. Inoltre, Erdogan ha anche invitato le nazioni musulmane ad andare in soccorso dei fedeli in Francia e chiedendo ai suoi compatrioti di non comprare più i prodotti francesi.
All’origine delle dichiarazioni di Erdogan sarebbe l’irritazione nei confronti del presidente francese Macron, che ha dichiarato di volere rafforzare la separazione fra Stato e religioni in Francia, all’indomani della decapitazione di Samuel Paty. Ne sono seguiti giorni di polemica, nei quali Erdogan ha anche invitato Macron a farsi curare.
In difesa di Macron e della Francia si sono schierati i leader europei. Giuseppe Conte le ha definite «parole inaccettabili», mentre fonti della Farnesina giudicano “grave ogni tipo di strumentalizzazione politica dell’Olocausto e condannano gli attacchi mossi nei confronti di Berlino e Parigi”. A insorgere sono anche le comunità ebraiche. “Un fatto grave e inaccettabile”, l’ha definito Ruth Dureghello, presidente della Comunità ebraica di Roma, mentre il Centro Wiesenthal di Gerusalemme ironizza su Erdogan come “grande esperto di storia”.
Inoltre, il presidente del Consiglio francese del culto musulmano, Mohammed Moussaoui, principale interlocutore delle autorità sull’islam, ha risposto a Erdogan negandogli il diritto di parlare a nome dei musulmani francesi: «La Francia è un grande Paese, i cittadini musulmani non sono perseguitati».
Nel mondo arabo-musulmano, da Amman a Gaza, sono invece continuate le manifestazioni anti-Macron, con gli scaffali dei supermercati svuotati dai formaggi e dagli altri prodotti francesi.
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