di Paolo Castellano
Lo scorso 15 marzo sul quotidiano francese Le Monde è stato pubblicato un contributo della giornalista e musicista Brigitte Stora in cui viene mostrato come “l’antisionismo sia il nuovo antisemitismo”.
La Stora ha sollevato una questione che ha trovato ampio spazio durante la Conferenza interparlamentare di Berlino, una tre giorni di incontri e dibattiti sull’antisemitismo dentro e fuori i confini tedeschi, inaugurata il 13 marzo.
A questo dibattito hanno preso parte 100 parlamentari di 40 Paesi diversi; ricordiamo alcune note personalità come Frank-Walter Steinmeier (deputato e capogruppo del SPD al Bundestag), Irina Bokova (politico bulgaro e direttore generale dell’UNESCO), Frans Timmermans (politico olandese, Primo vicepresidente della Commissione europea) e Michael Gove (giornalista e politico britannico, membro del partito conservatore inglese). Era presente anche Michael O’ Flaherty, direttore della European Union Fundamental Right Agency.
Gli interventi avvenuti a Berlino hanno analizzato le preoccupanti forme di antisemitismo che in questo momento trovano fertile terreno su internet, nello sport e in alcuni contesti sociali. Le ricerche presentate indicano che rispetto agli anni scorsi c’è stato un aumento del 34% di casi legati ad atteggiamenti antisemiti.
Come si spiega questo dato? Gli elementi da considerare sono molti e non si può tralasciare il fenomeno delle intense migrazioni di rifugiati siriani che hanno trovato ospitalità in Germania e in altri stati europei; un milione di profughi infatti ha varcato i confini dell’Europa.
Questo eccezionale avvenimento pone i governi di fronte ad un serio problema di integrazione. Come ha fatto notare Josef Schuster, presidente del Central Council of Jews in Germania, alcuni rifugiati musulmani utilizzerebbero degli stereotipi nei confronti di Israele e degli Ebrei: «Nei loro Paesi probabilmente gli è stato detto che Israele è il peggior nemico del mondo – ha poi aggiunto – l’integrazione avverrà quando faremo capire che Israele ha tutto il diritto di esistere».
La posizione di Schuster ha causato numerose polemiche e il suo intervento ha ricevuto molte critiche. In sua difesa è scesa in campo Angela Merkel. La cancelliera infatti ha affermato che non si è voluto accusare di antisemitismo tutti i rifugiati. La Merkel ha insistito nel dire quanto sia indispensabile che i nuovi cittadini tedeschi rispettino i valori della Germania e non calpestino i diritti delle minoranze, delle donne e degli omosessuali.
Ha inoltre incoraggiato le comunità ebraiche a “sentirsi libere nel denunciare gli atti di antisemitismo”.
La leader della CDU ha poi chiuso il suo comunicato ribadendo che inneggiare contro lo stato di Israele e augurarsi la sua distruzione rappresenta una posizione antisemita e incompatibile con gli usi e i costumi di una società civile.