Europarlamentari all’Onu: “UNRWA è da chiudere: ha contravvenuto a tutte le sue missioni”

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di Ludovica Iacovacci
Un gruppo di 30 parlamentari europei provenienti da 14 Paesi, tra cui Francia, Spagna, Germania, Italia e Paesi Bassi, ha inviato una lettera al Segretario Generale dell’ONU, António Guterres, chiedendo la rimozione dell’UNRWA come organismo ufficiale delle Nazioni Unite. 

La missiva esorta il Segretario generale delle Nazioni Unite a “porre fine alle operazioni dell’UNRWA, che contravvengono alla neutralità dell’Onu e arrecano grave danno al vostro lavoro essenziale e all’immagine dell’organizzazione che rappresentate”.

La lettera degli europarlamentari fa notare che l’agenzia delle Nazioni Unite “ha contravvenuto a tutte le sue missioni” consentendo al gruppo terroristico Hamas nella Striscia di Gaza “di nascondere ostaggi, il che è politicamente, moralmente e legalmente altamente riprovevole”.

I parlamentari europei propongono di trasferire le responsabilità sui rifugiati palestinesi all’UNHCR (Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati), ovvero l’agenzia che si occupa di tutti gli altri rifugiati a livello globale. Da decenni ormai gli analisti si domandano perché i palestinesi siano gli unici ad avere un’agenzia delle Nazioni Unite esclusivamente per loro, oltre ad interrogarsi sulla ratio della facile trasmissibilità dello status di “rifugiato” quando si tratta di un palestinese.

L’Unione Europea, attraverso i suoi 27 Stati membri, è il terzo maggiore donatore dell’UNRWA.

 L’ambasciatore israeliano presso le Nazioni Unite, Danny Danon, ha espresso sostegno alla richiesta dei parlamentari europei, affermando che “sostenere l’UNRWA significa sostenere Hamas” e criticando il Segretario Generale Guterres e il Commissario Generale Lazzarini per aver ignorato la situazione.
Le accuse di legami tra UNRWA e Hamas sono emerse da diverse fonti nel corso degli anni, con rapporti che suggeriscono una complicità attiva o passiva tra l’agenzia dell’ONU e il gruppo terroristico che governa Gaza. Israele ha più volte denunciato che scuole e strutture UNRWA sono state utilizzate da Hamas per immagazzinare armi e persino detenere ostaggi, come emerso nelle recenti testimonianze dei rapiti israeliani durante la loro prigionia a Gaza. Inoltre, indagini hanno rivelato che alcuni dipendenti dell’UNRWA sono stati direttamente coinvolti in attività terroristiche e hanno partecipato alla strage del 7 ottobre 2023.
L’ONU, pur negando un coinvolgimento istituzionale, ha avviato indagini interne, mentre Israele continua a chiedere la dismissione totale dell’UNRWA, ritenendola non più una semplice organizzazione umanitaria, ma uno strumento di Hamas per perpetuare il conflitto anziché risolvere la questione dei rifugiati palestinesi.
Chi sono i rifugiati palestinesi? Secondo l’Unrwa: “I rifugiati palestinesi sono definiti come “persone il cui normale luogo di residenza era la Palestina durante il periodo dal 1 giugno 1946 al 15 maggio 1948, e che hanno perso sia la casa che i mezzi di sussistenza a seguito del conflitto del 1948”. È bene specificare che la definizione di rifugiato palestinese dell’UNRWA non copre solamente le persone che hanno bisogno di assistenza ma si estende perfino ai discendenti delle persone “il cui normale luogo di residenza era la Palestina nel 1948”, indipendentemente dalla loro residenza nei campi profughi. Infatti, secondo l’Unrwa: “Anche i discendenti dei maschi rifugiati palestinesi, compresi i bambini adottati, possono essere registrati”. È per questa eccezionale facilità nell’acquisire lo status di rifugiato, riconoscimento dato solo ai palestinesi, che l’Unrwa dalla sua fondazione ha più che sestuplicato i suoi numeri, infatti sul suo sito si legge: “Quando l’Agenzia iniziò le operazioni nel 1950, stava rispondendo alle esigenze di circa 750.000 rifugiati palestinesi. Oggi, circa 5,9 milioni di rifugiati palestinesi hanno diritto ai servizi dell’UNRWA”.
Lo status di rifugiato palestinese, eccezionale nel suo genere, è l’unico al mondo ad essere ereditario.